Er Cavaliere Roscio is back, Sinner batte Navone in due set e Roma va in delirio
Sì, non è stato perfetto-DoloMitico-glaciale come prima dell’infame stop.
Sì, la ditta Jannik Manutenzione Asfalti e Tarroto sta ancora scaldando le motrici, e ci vorrà qualche partita.
Sì, il fisico è roboante e poderoso come prima — più di prima t’amerò — anche grazie all’eccellente lavoro di Panichi.
Sì, all’inizio le misure del campo — dopo tre mesi fuori dall’agonismo — sembravano sfalsate: gli errori gratuiti sono stati tanti, i dritti sbilanciati pure. Il rodaggio s’ha da fare, ché Quello sarà pure Alieno, ma ha comunque radici umane.
E però.
Però Navone — che come Poseidone nuota in mare, lui vive la terra rossa — ha fatto, nonostante il punteggio possa far pensare ad altro, una partita bella, gagliarda, sentita e tosta, mettendo dentro quasi sempre la prima (tranne nel calo, normale, nella seconda parte del secondo set) e risposte degne di un campione.
E però.
Però gli occhi — quello stargate che affaccia su un’anima limpida, furente e gentile — erano quelli, quelli di sempre.
E però.
Però il sorriso — quel taglio come fosse tatuato da Fontana sulla carne, per dare profondità all’abisso della grandezza — adesso c’era, negli errori e nei punti magistrali.
Un sorriso abbagliante, accarezzante, struggente. Il sorriso dei giusti, di chi ha pagato pur senza colpe. Il sorriso di chi ha l’animo leggero, leggiadro, e punta solo alla riga più lontana del campo.
E però.
Però il talento smisurato è rimasto perfettamente intatto, se non addirittura esploso ad oltranza.
Sì è visto, eccome se s’è visto, in quelle docili palle narcotizzate di dolcezza che smorzavano piano, a baciare i granelli di terra.
S’è sentito, eccome se s’è sentito, lo Schiaffo di Dio — roboante — che esplodeva e si abbatteva sui lungolinea di fato, destino e Storia.
E però.
Però sì, le avversità arriveranno, insieme a campioni sempre più forti e potenti.
Però sì, una rondine — pur nel sole di un’abbagliante Roma vestita a festa — non fa primavera, e un match vinto non segna indelebile il prosieguo di una carriera.
E però…
Se questo è solo l’antipasto, allora lasciate spazio nell’anima.
Perché da Parigi a Torino, quest’anno, le altre portate saranno gran cazzi pe’ tutti l’altri.
“Che bello”, ci hai scritto alla fine, JannikBello.
Ed è vero, molto più di quanto tu stesso creda.
Che bello.
Che bello sì che sei finalmente tornato.