Elon Musk, ennesimo show stavolta da Matteo Salvini al congresso della Lega a Firenze: elogia i dazi e parla di futuri «attacchi di terroristi». Per Matteo Salvini era importante averlo come ospite, non foss’altro che per consolidare la sua corsa ad essere il più «trumpiano» del centrodestra italiano. Ma Elon Musk è andato oltre, rubando letteralmente la scena al segretario leghista, che peraltro è stato ben lieto di cedergliela per il clamore che avrebbe suscitato. Alle cinque della sera, infatti, l’imprenditore-politico che sta lavorando al fianco di Donald Trump fa irruzione nel congresso della Lega in collegamento da Washington con un intervento di poco più di un quarto d’ora ma con parole pesanti come pietre.
Salvini si presta come intervistatore. Quattro-cinque domande ad hoc, veri e propri assist dialettici, e Musk va a ruota libera. Il vicepremier gli chiede come valuta gli assalti alle concessionarie delle sue auto. La risposta è uno squillante campanello d’allarme: «Vediamo un aumento enorme degli attacchi in Italia e in Europa. Attacchi terroristici, alla fine vedremo uccisioni di massa in Europa, dei massacri veri e propri, perché questa è la tendenza». La platea leghista ascolta choccata, la previsione di Musk procura brividi. Ma lui insiste: «Gli attacchi con vittime si susseguono. Questo porterà a un vero massacro in Europa. Le vostre famiglie, i vostri figli e i vostri amici sono tutti a rischio. I numeri parlano chiaro». Salvini chiosa annuendo: «Purtroppo sì».
Per chiedergli dei dazi, fonte di massima preoccupazione mondiale negli ultimi due giorni, il leader leghista la prende un po’ alla larga e invita l’illustre ospite a lanciare un messaggio agli italiani «in un momento in cui un sentimento antiamericano viene alimentato». Musk non si sottrae: «Spero che gli Stati Uniti e l’Europa riescano a realizzare e a creare una partnership molto stretta. C’è già un’alleanza, ma spero che possa essere più stretta, più forte». Sulle nuove gabelle sulle importazioni, il tentativo è di rassicurare: «Spero che per i dazi ci sposteremo a una situazione di dazi zero in futuro con una zona di libero scambio tra l’Europa e il Nord America. Questa è la mia speranza e mi auguro anche una maggiore libertà di spostarsi tra i nostri continenti. Questo è il consiglio che ho dato al presidente Donald Trump».
E poi la guerra in Ucraina, altro fronte da cui si attendono novità dal nuovo corso americano. Anche Musk pensa che sia giunta l’ora di far tacere le armi. «È arrivato il momento di fermarsi, questa macchina della guerra va fermata. Dovremmo preoccuparci di chi sta morendo in trincea in Ucraina e in Russia. Sono obbligati a uccidersi a vicenda? Perché? E per quanto ancora? È ora di dire basta». L’imprenditore usa toni duri nei confronti del piano varato dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: «Non ho rispetto per chi incoraggia la guerra, per coloro che vogliono che la guerra continui per sempre, per i loro motivi. Secondo me questo è qualcosa di veramente malvagio». E Salvini riprende la parola per sottolineare: «Spero che ti arrivi a Washington l’applauso della sala perché la pensiamo esattamente nella stessa maniera».
Il miliardario sudafricano porta in dote al congresso fiorentino un altro tema caro al popolo leghista. «L’immigrazione di massa alimentata dalle sinistre è una cosa folle. Se pensiamo che ci sono 8 miliardi di persone al mondo, una piccola parte di queste persone che si sposta può trasformare un Paese di 60 milioni di abitanti in qualcosa di diverso perché un Paese non è la sua geografia ma le persone che lo abitano».
La conclusione è dedicata ad una delle battaglie identitarie della destra americana, quella per il cosiddetto «free speech». Salvini alza la palla: «La sinistra vuole censure, bavaglio, multe e impedire la libertà di parola». Musk fa partire l’affondo: «Si capisce chi è dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata guardando chi vuole limitare la libertà di espressione. Hitler, Mussolini e Stalin avevano censure molto forti. Le limitazioni alla libertà di espressione sono di impostazione fascista. Si dovrebbe vincere per le proprie idee, non perché le altre sono state soppresse». E il popolo leghista applaude a scena aperta.
(Fonte Corriere della Sera)