De Clizibus

Educazione sessuo-affettiva nelle scuole, il sindaco di Roma dà una lezione di civiltà al governo meloni

Clizia De Rossi

Mentre questo Paese continua ad essere ostaggio di una maggioranza ipocrita, avulsa dalla realtà odierna nonché manovrata da associazioni catto-estremiste che sono riuscite ad imporre addirittura lo studio della Bibbia e dei corsi di fertilità nelle scuole di tutta Italia a scapito di una più che mai necessaria educazione sessuo-affettiva per combattere i dilaganti fenomeni dilaganti di omofobia e femminicidio, per fortuna ci sono anche realtà sane, connesse al presente, che si ribellano alle assurde direttive nazionali e scelgono di agire autonomamente sul territorio, come nel caso del Molise di cui vi ho raccontato recentemente. Un altro grande esempio di civiltà e progresso è anche quello che sta facendo il meraviglioso sindaco Pd di Roma, Roberto Gualtieri, grazie al quale il comune capitolino si è aggiudicato proprio nei giorni scorsi il premio “Rainbow award 2024” per il coraggio e l’impegno dimostrati nella tutela dei diritti e delle minoranze arcobaleno: continuando a trascrivere i certificati di nascita esteri di figli di famiglie omogenitoriali, per la creazione di un protocollo più efficiente nella presa in carico degli adolescenti alle prese con percorsi di riaffermazione di genere, per aver indetto più volte manifestazioni di condanna ai numerosi casi di omofobia già registrati in un solo di mese del 2025, per il riconoscimento della Carriera Alias per il personale comunale, per i finanziamenti a sportelli antidiscriminazione e la creazione dell’Ufficio Diritti LGBT+ e infine, ultimo in ordine di tempo, per aver annunciato un bando da 420 mila euro volto a introdurre corsi di educazione sessuo- affettiva in tutte le scuole medie della città già a partire dall’anno scolastico in corso. A differenza del governo Meloni che si ostina ipocritamente a negare un serio problema di violenza e discriminazione nella nostra società, il comune di Roma ha scelto saggiamente di adeguarsi ai protocolli di tutti i Paesi europei più civili, introducendo lezioni obbligatorie (con tanto di percorso formativo per insegnanti e famiglie) per inculcare ai giovani ragazzi, ancora fortunamente plasmabili nel periodo adolescenziale, concetti basilari quali “consenso” e “uguaglianza” al fine di prevenire e contrastare la violenza e la discriminazione basate sull’identità di genere e orientamento sessuale, ma anche promuovere la parità tra i sessi e la decostruzione di tutti gli stereotipi di genere viziata da secoli di maschilismo tossico patriarcale che ha inevitabilmente plasmato la società del nostro Paese.

“Dobbiamo aiutare i ragazzi a crescere in modo consapevole e a governare la dimensione sociale e affettiva” dice Gualtieri. Per questo le proposte avanzate potranno rientrare in quattro aree tematiche: educazione socio-affettiva e relazionale; educazione alla parità tra i generi; prevenzione e contrasto alla violenza e alla discriminazione legate al genere e all’orientamento sessuale; prevenzione e contrasto alla violenza di genere nel mondo digitale. I progetti finanziati saranno 15, uno per ogni Municipio; dovranno essere svolti durante l’orario curriculare e attuati negli anni scolastici 2024-2025 e 2025-2026.

Chiaramente l’immancabile polemica da parte dell’opposizione non si è fatta attendere ed è arrivata attraverso una nota congiunta del consigliere leghista e membro della commissione pari opportunità Maurizio Politi e del capogruppo in assemblea capitolina Fabrizio Santori, che si dicono contrari a uno spreco di denaro pubblico e all’imposizione di una visione ideologica pericolosa: “Le scuole cadono a pezzi e le numerose carenze, dalla sicurezza minata da furti e vandalismi ai riscaldamenti spesso rotti […] segnalano ben altre priorità rispetto a corsi sull’educazione affettiva” dicono i leghisti appellandosi al benaltrismo. “Invitiamo ancora una volta il sindaco Gualtieri e l’assessore Claudia Pratelli a fare bene il proprio lavoro; si impegnino per garantire qualità evitando di trasformare la scuola in uno strumento di propaganda finalizzata all’affermazione di una visione della persona profondamente distante dalla realtà e dalle necessità educative nell’età dell’infanzia e adolescenza”.