Cronaca

E’ morto a 87 anni Bruno Pizzul, il telecronista della Nazionale

La sua voce ha unito e fatto appassionare, il suo «… e segna, segna Roberto. Roberto Baggiooooo al 42′ del secondo tempo», sembra di sentirlo ancora, come se fosse ieri. Questa mattina è morto all’ospedale di Gorizia Bruno Pizzul, storica voce del giornalismo sportivo italiano. Avrebbe compiuto 87 anni tra pochi giorni. Un’icona sempre umile: «Quando sento che qualcuno si interessa a me alle mie esperienze, resto sempre un po’ perplesso. Il motivo è semplice: mi compiaccio di non essere mai riuscito a prendermi troppo sul serio». E’ stato per anni il commentatore delle partite della Nazionale fino al 2002, continuando poi a collaborare e a commentare le vicende calcistiche e sportive in generale. Negli ultimi anni era tornato a vivere nel suo Friuli, zona con la quale non aveva mai interrotto i rapporti.

Bruno Pizzul era nato a Cormons (Udine), piccolo centro del Collio goriziano; era ricoverato da un paio di settimane nell’ospedale di Gorizia. Nonostante l’età continuava a gestire una rubrica di calcio sul quotidiano friulano Messaggero Veneto e con varie altre testate anche televisive e radiofoniche. Calciatore da giovane in varie squadre, laureato in Giurisprudenza, era poi entrato in Rai nel 1969 e aveva lasciato il Friuli dove era tornato a vivere, a Cormons. Era esperto non soltanto di calcio ma anche di altri sport.

Bruno Pizzul è stato la voce delle notti incredibili del Mondiale 1990 e non solo: per 16 anni ha raccontato le partite dell’Italia, dal 1986 al 2002, ultima delle quali Italia-Slovenia del 21 agosto 2002. Pizzul ha commentato le partite dell’Italia in cinque campionati del mondo. Si ricorda il suo “… e segna, segna Roberto. Roberto Baggiooooo al 42′ del secondo tempo”. Era stato inoltre la voce della tragedia allo stadio Heysel di Bruxelles nella finale della coppa dei campioni Juventus- Liverpool. Avrebbe compiuto 87 anni l’8 marzo prossimo. Aveva condotto Domenica Sprint e la Domenica sportiva. Prima di essere assunto in Rai con un concorso, aveva provato la carriera di calciatore, non era molto forte ma l’altezza lo rendeva un elemento importante in campo. Cominciò con la Cormonese, poi nella Pro Gorizia. Diventato professionista, era centromediano e fu ingaggiato dal Catania nel 1958; dalla Sicilia alla Campania, all’Ischia, e poi nella ‘sua’ Udinese e nel Sassari Torres. (Fonte Ansa)