Cronaca

Dopo oltre 30 colpi messi a segno in varie città italiane è stato condannato “il ladro di merendine”, 4 anni e 10 mesi di reclusione

Oltre 30 i capi d’imputazione per il ladro di merendidne che alla fine è stato condannato a 4 anni e 10 mesi di reclusione. I suoi colpi erano compulsivi, continuativi nel tempo, impossibile per lui fermarsi, aveva sempre bisogno di soldi per acquistare la dose giornaliera di crack. Ma alla fine è stato beccato, processato e condannato quello che potrebbe esse definito “il ladro di merendine”, come il famoso libro di Camilleri, che per anni ha scassinato diverse macchinette in diverse città del Nord, per rubare tutti gli spiccoli e le banconote, e comprarsi il suo amato e odiato crack. A volte scassinava la macchinetta delle merendine che trovava in giro a Torino e in altre città, altre volte rubava qualche spicciolo dove capitava, o entrambe le cose. L’uomo che ha 31 anni, è pinerolese, ed era accusato di una lunga serie di piccoli furti ora è stato condannato dai giudici.
La storia.
Un ragazzo con una grande problema, una dipendenza che gli aveva creato nel tempo una enorme difficoltà: il crack. Un mondo che toglie tutto: dignità, valori, affetti. Riduce le persone a schiavi intrappolati in un tunnel infernale. Il 31enne aveva anche provato a smettere, ma senza una base solida la ricaduta era dietro l’angolo. Da qualche anno, per procurarsi la dose giornaliera, colpiva i distributori di merendine. Usava un cacciavite per smontare le macchinette e portarsi via qualche spicciolo. Altre volte rompeva i vetri e prendeva anche le merendine. Forse per fame. Per chi è schiavo del crack, anche questo diventa normale.
Incastrato dalle telecamere.
Mentre cerca di scassinare l’ennesima macchinetta, viene ripreso da una telecamera. Nulla di nuovo, ma il giorno fa riflettere: 24 dicembre 2022. Ruba anche a Natale. Dal 2022 al 2024, tra Torino, Alessandria, Milano e altre città, mette a segno oltre 30 colpi. A volte viene arrestato, denunciato, portato in carcere, poi rilasciato. Ma ovviamente riparte da capo.
La sentenza.
Il tribunale di Torino, dopo l’ennesimo furto con scasso, lo ha condannato a quattro anni e dieci mesi di reclusione. Si spera che questo povero ragazzo, vittima del crack, possa uscire non solo dal carcere, ma anche da quell’inferno in cui è sprofondato. Facendosi aiutare. Nessuno si salva da solo, anche e soprattutto in casi del genere.