Meloni taglia gli stipendi più bassi.
In un Paese sempre più allo sbando, che secondo i dati istat l’anno scorso ha raggiunto quasi la cifra record di 6 milioni di persone in povertà assoluta, continua la guerra spietata di questa maggioranza alle persone più fragili ed emarginate. Dopo aver affossato il salario minimo proposto da Pd e 5 stelle, abolito il Reddito di cittadinanza, de-finanziato totalmente il fondo affitti per morosità incolpevole, tagliato i fondi alla sanità pubblica, lasciato le pensioni minime a 600€ (mentre milioni di anziani soli dovranno far fronte all’aumento di bollette, canone, accise carburanti e inflazione), volete sapere cosa si sono inventati con la nuova Legge di bilancio? Tenetevi forte! Come ha ammesso il governo stesso in questi giorni tramite la sottosegretaria al Mef Lucia Albano, la nuova versione del taglio del cuneo penalizzerà proprio i lavoratori e le lavoratrici con gli stipendi più passi, ossia coloro che prendono tra 8.500 e 9.000 euro annui! Costoro infatti perderanno l’accesso al bonus integrativo IRPEF di 100 euro al mese, 1.200 annui, perché con la nuova versione del taglio che non sarà più contributiva ma fiscale, tornano ad essere di fatto incapienti a causa della riduzione dell’imponibile fiscale! Stiamo parlando di quasi due mesi di salario in meno per lavoratori poveri che già vivono in una condizione di precarietà drammatica di cui il governo dei ricchi continua a fregarsene beatamente mentre spende miliardi per fallimentari deportazioni in Albania e aumenta gli stipendi dei propri ministri non eletti.
Il Movimento 5 stelle attacca parlando di una «presa per il cuneo». «Se per caso ce ne fosse stato ancora bisogno, il ministero dell’Economia ha ammesso alla Camera la presa per il cuneo di circa 15 milioni di lavoratori dipendenti», ha scritto in una nota Emiliano Fenu, capogruppo M5s in Commissione finanze della Camera. «Insomma, il Mef non può far altro che ammettere, così come già emergeva nitidamente dalle simulazioni di Italia Oggi, del Sole 24 Ore, dei Caf e dei sindacati, che la maggior parte dei 15 milioni di lavoratori dipendenti non solo non avrà mezzo centesimo in più in busta paga nel 2025, come falsamente sbandierato da governo e maggioranza, ma ci andrà a perdere», ha argomentato.
«Il governo Meloni deve chiedere scusa per l’ennesima presa in giro perpetrata ai danni dei lavoratori – rincara la dose Angelo Bonelli – oggi la sottosegretaria Albano ha di fatto smentito mesi di propaganda sul taglio del cuneo fiscale, tanto decantato dagli esponenti di maggioranza e ha dovuto ammettere i tagli alle buste paga dei lavoratori. Questa marcia indietro, l’ennesima di questo esecutivo, dimostra quanto il governo Meloni sia lontano dal Paese reale», conclude il leader dei Verdi.
«Dannosi e incapaci – aggiunge il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni – c’è poco da aggiungere: lo studio della Cgil reso pubblico mostra quello che abbiamo sostenuto durante la discussione dell’ultima manovra, e cioè che con la revisione del cuneo fiscale, i lavoratori che percepiscono dai 35mila euro l’anno lordi in giù perdono soldi. Il danno maggiore lo subisce chi guadagna 9mila euro l’anno, che perderà 1.200 euro. Una vergogna. Con questi al governo più sei povero e più schiaffi prendi. Meloni negherà, come ha negato in tutte queste settimane».