Cronaca

Chi sarà il successore di Francesco? Tra i papabili anche tre italiani: Parolin, Zuppi e Pizzaballa

Una suggestiva immagine della basilica di San Pietro

I cardinali papabili per il dopo Francesco: le ipotesi. Tra le figure principali di cui si parla in vista del prossimo Conclave ci sono anche tre italiani: nei loro profili le sfide a guerre, denutrizione, discriminazioni dei migranti. Ma anche istanze più conservatrici. Tre italiani, dunque, tutti con grande esperienza all’estero e provate capacità di mediazione nelle aree più critiche del pianeta, e gli altri nove cardinali dal mondo ritenuti più vicini al soglio pontificio: Parolin, Zuppi e Pizzaballa.

Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, è nato il 17 gennaio 1955 a Schiavon, nel Vicentino. La madre è maestra elementare; il padre, che ha un negozio di ferramenta e vende macchine agricole, muore quando Pietro ha dieci anni. A 14 anni entra nel seminario di Vicenza e dopo la maturità classica continua gli studi di filosofia e teologia. Nel 1980 è ordinato sacerdote. Nel 1983 entra alla pontificia Accademia ecclesiastica e nel 1986 si laurea in diritto canonico alla Gregoriana. Entra nel servizio diplomatico della Santa Sede il 1° luglio 1986: è in Nigeria fino al 1989, in Messico dal 1989 al 1992, e poi nella sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, della quale diviene sottosegretario nel 2002 per sette anni. Nel 2009 diventa nunzio in Venezuela finché Francesco nel 2013 lo nomina suo Segretario di Stato e lo crea cardinale nel 2014. Esperto in particolare di Medio Oriente e di Asia, è l’artefice dell’accordo storico tra Santa Sede e Cina per la nomina dei vescovi sottoscritto il 22 settembre 2018.

Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, è nato a Roma l’11 ottobre 1955. Nel 1973, studente al liceo classico Virgilio di Roma, inizia a frequentare la comunità di Sant’Egidio. A ventidue anni, dopo la laurea in Lettere e filosofia alla Sapienza, entra in seminario e consegue il baccellierato in Teologia alla Lateranense. Nel 1981 è ordinato sacerdote. Dal 2000 è stato per dieci anni parroco di Santa Maria in Trastevere. Ha una esperienza vasta di mediazioni, maturata con Sant’Egidio: gli accordi di pace in Mozambico del ’92, il Guatemala a metà degli anni Novanta, la collaborazione con Nelson Mandela per il cessate il fuoco in Burundi, nel 2003. Nel 2012 è nominato da Benedetto XVI vescovo ausiliare di Roma, nel 2015 arcivescovo di Bologna da Francesco, che lo crea cardinale nel 2019 e lo sceglie come presidente dei vescovi nel 2022. Nel 2023, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, è inviato del Papa per una missione di pace che lo porta a Kiev, Mosca, Washington e Pechino.

Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, è nato a Cologno al Serio (Bg) il 21 aprile 1965. Dopo le medie nel seminario minore di Rimini e la maturità classica nel seminario arcivescovile di Ferrara, nel 1984 è entrato nell’ordine dei frati minori francescani ed è stato ordinato sacerdote nel 1990, quando si è trasferito a Gerusalemme. Completati gli studi filosofici e teologici, ha conseguito la Licenza in Teologia biblica allo Studium Biblicum Franciscanum. Nel 1995, ha curato la pubblicazione del Messale romano in lingua ebraica. È stato vicario del patriarca per le comunità cattoliche di lingua ebraica in Israele. Nel 2004 è diventato Custode di Terra Santa e lo è rimasto fino al 2016, quando Francesco lo ha nominato amministratore apostolico del patriarcato e infine, nel 2020, patriarca di Gerusalemme, creandolo cardinale nel 2023. È una delle voci più ascoltate in Terra Santa, figura di mediazione ed equilibrio anche nelle fasi più acute del conflitto israelo-palestinese.

(Fonte Corriere della Sera)