Caccia selvaggia: la nuova proposta di legge del governo è una dichiarazione di guerra alla natura e agli animali
Con un disegno di legge che definire scellerato è un eufemismo, il governo Meloni si prepara a infliggere un colpo mortale alla fauna selvatica italiana, agli ecosistemi, alla sicurezza pubblica e a quella minima parvenza di civiltà ambientale che faticosamente il nostro Paese ha cercato di costruire. Un attacco frontale che arriva dall’alto, non soltanto dal ministero dell’Agricoltura guidato dal cognatino d’Italia Francesco Lollobrigida, ma dalla presidentessa del Consiglio in persona, sempre più vicina a Coldiretti e al suo presidente Ettore Prandini, vero regista occulto di un’operazione che serve solo a rafforzare lo strapotere delle lobby venatorie e dell’industria delle armi.
A confermare le preoccupazioni di questa direzione estremista senza precedenti è lo stesso Eugenio Dupré, della Direzione generale Tutela della biodiversità del ministero dell’Ambiente, che ha ammesso pubblicamente come il testo del disegno di legge sia ancora oggetto di accese trattative interne e contenga articoli in contrasto con le direttive europee, in particolare la Direttiva Uccelli. Questo scontro tra ministeri della stessa maggioranza testimonia quanto la riforma sia non solo controversa, ma potenzialmente devastante. Infatti dietro a quello che viene spacciato come un semplice aggiornamento normativo della legge 157/92, si cela un progetto radicale e irresponsabile: smantellare ogni tutela per la fauna selvatica, distruggere le aree protette, trasformare i boschi, i parchi, perfino le spiagge e le aree urbane in zone di caccia per una ristretta minoranza di individui armati e sempre più isolati dal sentimento comune. Non si tratta di una riforma, ma di una vera e propria deregulation selvaggia, confezionata su misura per le richieste di Coldiretti, Federcaccia e Agrivenatoria Biodiversitalia, il braccio armato di questa follia legalizzata.
Saranno vergognosamente consentiti l’uso di richiami vivi, la cattura massiccia di uccelli anche in periodi di nidificazione e migrazione, la caccia notturna, addirittura in primavera, periodo cruciale per la riproduzione della fauna, e persino a stagione chiusa. Si potrà sparare nei demani statali, nelle aree pubbliche e addirittura in quelle protette, mentre il controllo scientifico sarà completamente smantellato, con l’eliminazione del ruolo vincolante dell’ISPRA, l’unico ente scientifico imparziale in materia di tutela ambientale. Al suo posto, organismi tecnici controllati dalla politica, dalle lobby e da chi ha interesse a vedere gli animali selvatici come merce e la natura come un parco giochi per pochi privilegiati. Il tutto con la benedizione della premier, che in questa battaglia dimostra la sua totale subalternità agli interessi privati e la sua visione predatoria del potere.
Nel frattempo, la protesta cresce. Dentro e fuori il Parlamento si alza un’ondata di sdegno: le associazioni, le forze politiche di opposizione, i cittadini consapevoli gridano al golpe ambientale. Sergio Costa (M5s) parla di “pazzia totale” e “bracconaggio legalizzato”, Eleonora Evi (Pd) di “furia ideologica e propaganda contro la natura”, mentre Luana Zanella (Avs) chiede l’abolizione dell’art. 842 del Codice Civile che consente ai cacciatori di entrare nei fondi agricoli privati, un privilegio che non spetta a nessun’altra categoria.
Parole chiare, che smascherano l’inganno: non è conservazione, non è gestione faunistica, è solo un pretesto per garantire l’impunità ai cacciatori, privatizzare la natura e offrire un altro regalo alle lobby della morte che, da sempre, rappresentano una riserva di voti e potere per la destra italiana.
Coldiretti non nasconde il proprio entusiasmo dinanzi alla possibilità di trasformare le aziende faunistico-venatorie in zone franche dove sarà possibile cacciare senza regole, senza l’obbligo di scegliere una sola forma di caccia e senza limiti alla cosiddetta “pronta caccia”, cioè l’abbattimento di animali allevati appositamente e poi liberati in ambienti artificiali, già stressati, già condannati a una morte terribile per compiacere un sadismo barbaro travestito da sport. Un meccanismo crudele e indegno, fatto per divertire ricchi italiani e stranieri senza scrupoli, come dimostra anche la volontà di equiparare le licenze di caccia estere con quelle nostrane, spalancando le porte a “safari” di lusso anche da parte di ospiti come Donald Trump Jr., già noto per i suoi trofei insanguinati. Tutto questo viene giustificato con l’assurda pretesa che la caccia contribuisca alla “tutela della biodiversità”. Un’affermazione che capovolge ogni logica scientifica, storica e costituzionale. È un insulto all’intelligenza e alla sensibilità di milioni di cittadini che vivono la natura come un bene comune da proteggere, non come un bersaglio da distruggere a colpi di fucile.
Come se non bastasse, chi proverà a protestare sarà punito con sanzioni fino a 900 euro. Chi si indignerà, chi tenterà di difendere un bosco, un animale, un pezzo di natura, sarà perseguito come un criminale. È l’inversione totale del senso civico e della civiltà: chi uccide viene premiato, chi protegge viene schedato e punito.
Questa legge non è solo un pericolo per la fauna: è una minaccia diretta alla sicurezza pubblica. Famiglie, escursionisti, ricercatori, naturalisti, ciclisti, bambini che frequentano boschi, spiagge e parchi si troveranno improvvisamente in zone di caccia. I fucili diventeranno parte del paesaggio quotidiano. Spareranno vicino alle case, ai sentieri, nei luoghi di vacanza. Ogni cittadino diventerà potenzialmente un bersaglio. Per questo, associazioni come AnimaLiberAction, Lipu, Lav e molte altre si stanno mobilitando in queste ore per fermare questa follia. È già attiva una raccolta firme per opporsi con forza a una proposta che è contro la Costituzione, contro l’Europa, contro la scienza, contro la natura, contro la sicurezza e contro il buon senso, esponendo peraltro il nostro Paese a nuove, pesanti infrazioni e sanzioni pecuniarie. Una proposta che trasforma la caccia in un diritto assoluto, superiore a ogni altro e consegna l’Italia a un medioevo ambientale dove a comandare sono le armi e gli interessi economici. Le firme raccolte verranno inviate alla Commissione Europea e utilizzate per chiedere un’interrogazione parlamentare urgente. Ma più ancora, saranno la prova tangibile che la società civile esiste, che non tutto è perduto, che c’è ancora chi si oppone. Sottoscrivere questa petizione significa scegliere da che parte stare: con chi uccide o con chi protegge, con chi distrugge o con chi costruisce un futuro per i nostri figli e per il nostro Pianeta.
Non possiamo restare in silenzio mentre si consuma questa nuova vergogna. La biodiversità è il nostro bene più prezioso, il fondamento stesso della vita sulla Terra. Senza di essa, non c’è futuro. E il governo Meloni, spregiudicato e servile alle lobby, si dimostra ancora una volta un nemico dichiarato dell’ambiente, degli animali e delle persone. Fermiamolo ora, prima che sia troppo tardi. Insieme, possiamo impedire che questa vergogna diventi legge. Dimostriamo che la civiltà, la compassione e la ragione sanno essere più forti del piombo.