Cronaca

“Brilla per noi Valentina”: Capannori si ferma per l’ultimo saluto, i funerali e il commiato di un’intera comunità

Centinaia di giovani, ragazzi e ragazze con il volto segnato dal dolore, si sono stretti oggi pomeriggio, 31 maggio, attorno alla bara bianca di Valentina Tolomei. Un fiume di gente, silenzioso e commosso, ha attraversato il centro di Capannori per darle l’ultimo saluto. Aveva solo diciassette anni, Valentina, e oggi è diventata il cuore pulsante di una comunità che ha scelto di fermarsi, di stringersi in un abbraccio collettivo e struggente.

Le immagini di oggi resteranno scolpite nei ricordi di tutti: i compagni di scuola che si tengono per mano, i volti increduli degli amici più stretti, gli occhi lucidi dei professori, dei genitori, dei tanti che, anche senza conoscerla, hanno voluto esserci. Perché la morte di Valentina non è solo un dolore privato: è una ferita aperta per un intero territorio. Tra le immagini più forti, quella dei suoi compagni di classe, tutti con la stessa maglietta bianca addosso. Sul petto, una frase semplice e luminosa: “Brilla per noi”. Parole che sembravano sospese nell’aria, ripetute in silenzio, quasi come una preghiera.

A rendere ancora più toccante la cerimonia, un gesto che ha spezzato il fiato: a portare la bara fuori dalla chiesa non c’era solo il fidanzato, ma anche un gruppo di amici, uniti, affranti, dignitosi. Giovani spalle che hanno sostenuto il peso di un dolore che nessuno della loro età dovrebbe mai conoscere. Intorno, applausi sommessi, lacrime e silenzi. Poi, nel cielo limpido sopra Capannori, si sono levati in volo decine di palloncini bianchi e rosa. Leggeri, delicati, come l’immagine che Valentina lascia di sé. Un momento struggente, accompagnato da emozioni incontenibili.

Il sacerdote, durante l’omelia, ha scelto parole che sono sembrate abbracciare ogni cuore presente: “Noi siamo qui per celebrare la vita, non la morte. Oggi vogliamo essere folli. Valentina ci sostiene per infonderci di speranza. Le parole di Valentina per sostenere la nostra vita. Stiamo celebrando la Pasqua di Valentina. Pasqua significa passaggio. Un passaggio verso la vita piena, una vita che non ha più fine. È infinito amore, è infinita pace, è infinita gioia. Valentina entra in questa infinita pace. Non si può descrivere a parole”.

E poi, un pensiero forte, che ha scosso l’anima: “Vorrei evitare di sentire cristiani che dicono è la volontà di Dio. Non tutto è volontà di Dio. La volontà di Dio è la vita piena. Non è stato Dio a toglierci la presenza fisica di Valentina. È stata la fragilità dell’uomo. Se è vero che noi siamo una cosa sola, non è per modo di dire. Ma è la realtà. In questo uno c’è anche Valentina. È collegata, connessa, con noi. E questo continua per l’eternità”:

Noi oggi non siamo stati solo una redazione. Siamo stati presenza. Testimoni di una giornata che è molto più di una cronaca. Abbiamo ascoltato i respiri trattenuti, osservato le lacrime che scendevano senza vergogna, raccolto sguardi smarriti e parole sussurrate. Una ragazza stringeva una foto di Valentina, sorridente, sotto il sole. “Non la dimenticheremo mai”, ci ha detto, senza bisogno di aggiungere altro. Oggi Capannori ha vissuto un dolore collettivo e autentico. Ma ha anche dimostrato che l’amore per una ragazza come Valentina può riempire una piazza, un paese, un’intera generazione. E in quel silenzio rotto solo dal pianto, abbiamo capito una cosa: che a volte, il cuore di una comunità batte più forte proprio quando si spezza.