I medici non potevano credere ai loro occhi, una bambina di un anno e mezzo è risultata positiva alla cocaina e aveva crisi di astinenza: È il terzo caso in Piemonte. È sola in una culla d’ospedale, la madre anche lei in ospedale, è stata però allontanata dalla piccola che piange, vomita, ha qualche linea di febbre e il suo sonno è alterato. Ma non ha un virus: è come detto in astinenza da cocaina, e il reparto pediatricosta gestendo il caso con la massima delicatezza. Lei, vittima della droga, ha solo 18 mesi. La madre usava cocaina e, attraverso il latte materno, la piccola assimilava la sostanza.
In una palazzina della periferia nord di Torino, nel quartiere Barriera di Milano, si sentono litigare un uomo e una donna. I toni sono alti, tanto che i vicini, spaventati che la situazione potesse degenerare, decidono di chiamare la polizia.
La pattuglia arrivata sul posto sente le urla fin dalla strada. Non è chiaro il motivo del litigio, così salgono e suonano alla porta. Davanti a loro, una scena spiazzante.
Apre una donna visibilmente alterata. L’uomo, un presunto amico – forse qualcosa di più, non è chiaro – non calma gli animi. Nemmeno la presenza degli agenti placa la lite. In quel caos, si nota una bambina di un anno e mezzo.
Viene chiamata anche un’ambulanza. La madre e la piccola vengono portate in ospedale, dove risultano entrambe positive alla cocaina. La donna, allattando, trasmetteva la sostanza alla figlia.
I pianti della disperazione.
La bambina è ora ricoverata in ospedale. Piange un pianto di disperazione, come chi ha perso tutto, come se non vedesse uscita da un tunnel oscuro. È in piena astinenza da cocaina. Un trauma psicofisico devastante. Il pianto è implacabile. Vomita, dorme male. I medici hanno provato di tutto per calmarla, ma nulla sembra lenire quel bisogno indotto di piacere artificiale.
Come si disintossica una bambina dalla cocaina? È la domanda che i medici si pongono oggi per evitare di darle farmaci che potrebbero farle male. Ci vorrà tempo, e tanta amorevolezza, oltre alle migliori cure possibili. È il terzo caso in poche settimane. Il primo è del 16 maggio, a Novara: una coetanea della piccola è risultata positiva alla cocaina. A Torino, in zona Pellerina, altri due bambini – uno di 4 anni, l’altro di 2 – sono stati trovati da soli in casa, circondati da pipette per fumare crack. La madre, una donna brasiliana, avrebbe consumato così tanto da rendere positivi anche i figli. Un problema sociale sempre più grave. La droga costa meno, fa più danni. I cartelli dello spaccio usano prodotti chimici per tagliare la sostanza, riducendo la qualità della materia prima e aumentando la tossicità.