Cronaca

Becca due infezioni ospedaliere, prima gli amputano la gamba e poi muore, ai familiari 1.5 milioni di euro di risarcimento

Una morte atroce, per due infezioni contratte in un luogo che dovrebbe essere sicuro, una clinica, ora ai familiari andrà un maxi risarcimento. L’uomo si era ricoverato in una clinica di Rimini nel 2018, per problemi respiratori, ma aveva beccato due virus nosocomiali, di quelli che si possono contrarre principalmente in reparti e sale chirurgiche, se non vengono rispettati rigorosamente i protocolli di disinfezione di ambienti e strumenti. Ma nel caso di un 80enne di Rimini le infezioni prese durante un suo ricovero lo hanno portato prima all’amputazione della gamba, e poi dopo circa un mese alla morte. Per il giudice Elisa Dai Checchi, del Tribunale di Rimini, la responsabilità del decesso dell’uomo è della struttura sanitaria convenzionata, per “l’omessa adozione di misure igieniche adeguate” e ora dovrà versare agli eredi circa 1,5 mln di euro di risarcimento danni. L’ottantenne, cardiopatico e malato anche di alzheimer, a fine settembre del 2018, si era ricoverato in una clinica privata di Rimini per insufficienza respiratoria. Ma durante la degenza era successo il peggio che si possa immaginare. Nella clinica, infatti, contrae un primo virus nosocomiale che gli provoca un’infezione al tallone, che viene però trascurato dai sanitari. L’infezione si aggravava fino alla necrosi, e i primi di ottobre del 2018 i medici della struttura gli devono “amputare la gamba fino alla coscia”, stando al resoconto processuale. L’uomo viene quindi dimesso il 12 ottobre ma il 23 ottobre è costretto di nuovo al ricovero per febbre alta. A quel punto in clinica si accorgono dell’infezione da “stafilococco aureo” ma l’uomo nel frattempo becca una seconda infezione e si prende pure una endocardite, sempre da infezione batterica. L’anziano signore viene curato con diverse terapie antibiotiche e il 30 ottobre viene trasferito in un reparto di lungodegenza ma è tardi ormai, le sue condizioni peggiorano e le infezioni prese nella clinica lo portano al decesso l’11 novembre dello stesso anno. Il Tribunale di Rimini, nei giorni scorsi, ha ritenuto responsabile della sua morte la clinica e, come detto, ha condannato la struttura sanitaria convenzionata cittadina a pagare agli eredi (moglie, 2 figli e 3 nipoti) 1 milione e 428 mila euro di danni e circa 30 mila euro di spese legali più interessi. Il giudice è arrivato a tali conclusioni dopo aver disposto nel procedimento giudiziario una perizia medico-legale. I periti del Tribunale riminese sono arrivati alle conclusioni che il verificarsi del decesso “poteva essere ascritto all’infezione provocata da un ceppo molto aggressivo di strafilococo aureo e alle sue conseguenze”. Per il giudice dunque l’infezione che ha portato alla morte dell’uomo è stata acquisita durante il ricovero in clinica che in gudizio “ha omesso di dimostrare l’adozione di specifici ed efficaci protocolli di prevenzione e gestione delle infezioni ospedaliere”. Ora la famiglia dovrà essere risarcita.