Anche a Lucca in aumento i nuovi poveri, quelli che lavorano ma sono sottopagati e non ce la fanno a “vivere”
Cinquant’anni di servizio, migliaia di storie ascoltate. Mentre la Caritas Diocesana di Lucca celebra mezzo secolo di impegno, il bilancio che emerge non è solo memoria, è un grido silenzioso, ma potente, che racconta di una povertà sempre più diffusa. Il volume “Piccoli passi possibili”, presentato per l’occasione e pubblicato da Maria Pacini Fazzi, non è solo una raccolta di ricordi: è la mappa di un territorio ferito, ma ancora capace di camminare.
Nata nel 1974, tre anni dopo Caritas Italiana, la Caritas lucchese ha attraversato mezzo secolo di cambiamenti sociali, politici e culturali, mantenendo ferma una visione che oggi, più che mai, sembra urgente: non si tratta di risolvere tutto, ma di esserci. Di affiancare, accompagnare, dare senso a un futuro che appare incerto. Come scrive l’arcivescovo Paolo Giulietti nella prefazione del volume, l’essenza del servizio Caritas è proprio questa: generare speranza, nel concreto.
Un concreto che ha numeri precisi, duri, impossibili da ignorare. I centri di ascolto della diocesi, solo nel 2024, hanno accolto 2.601 persone. È il dato più alto mai registrato. Sempre più spesso, si presenta con le sembianze dei “nuovi poveri”: italiani, genitori con figli, giovani lavoratori in bilico tra contratti precari e affitti impossibili. Solo il 23,3% è stato accolto per la prima volta.
Il 68,8% delle richieste arriva dall’area di Lucca e della Piana, ma anche la Versilia (22,6%) e la Valle del Serchio (8,5%) sono coinvolte in questa rete di fragilità. Cambiano le età, cambiano le storie, ma il filo rosso è sempre lo stesso. Il lavoro non basta più: il 27,5% degli stranieri e il 18,4% degli italiani che si rivolgono alla Caritas è povero pur avendo un’occupazione.
Il profilo delle persone accolte è ormai lontano dagli stereotipi del passato. Circa la metà è italiana, e la povertà non guarda più al genere o all’origine. Gli uomini sono tanti quanti le donne, e tra i più colpiti ci sono giovani adulti tra i 25 e i 54 anni, spesso con responsabilità familiari. Le famiglie con figli, il 22,7% ha tre o più bambini e vivono nella trappola del caro vita. Il 62,4% degli assistiti è disoccupato, ma anche chi lavora non è al sicuro: contratti temporanei, impieghi in nero, bassi salari.
Il volume “Piccoli passi possibili” racconta tutto questo, e lo fa con uno sguardo che non cede alla rassegnazione. È una raccolta di esperienze, ma soprattutto un ponte verso il futuro. La Caritas ha costruito, in cinquant’anni, una rete fatta di ascolto e di empatia.