Al Roland Garros l’omaggio di tutti a Rafa Nadal, il campione che ha trionfato a Parigi per ben 14 volte
Oltre 15 mila spettatori del Court Philippe-Chatrier, al Roland Garros, oggi 25 maggio hanno tributato una lunga, lunghissima standing ovation alla leggenda spagnola, Rafa nadal, che qui ha vinto 14 volte. Presenti anche Djokovic, Federer e Murray.
Silenzio assordante. Il campo, dalla terra agli spalti, ha un unico – quel suo unico – colore.
Il cuore di Parigi a tutti i livelli – ora e per sempre – è di quell’ocra da pura pelle d’oca così piena di ossidi di ferro che ti entrano come passanti di dritto nell’anima e nelle ossa.
Una voce, solo una voce si leva dolce, alta, profonda e commossa come ultima lembo di presente che si sigilla – in liturgia che ha del sacro e del profano – per l’eternità in Mito, Assoluto e Leggenda.
Una voce. E nomi su nomi s’alternano ringraziamenti come tasselli unici, irripetibili e indispensabili lunghi un quarto di secolo che diventano spicchio di irraggiungibile e incredibile Evento.
Una voce, interrotta ad un punto dal peso dell’emozione, del ricordo, del tempo, rinvigorita e accarezzata da migliaia di voci che all’unisono, delicate e potenti, con poche sillabe – Rafa-Rafa-Rafa – spaccano e devastano cuori e silenzio.
Una voce che celebra, uno ad uno, tutte e tutti quelli che sono stati al suo fianco levigando con perizia ed amore quello sconfinato talento.
Una voce che scivola lenta dall’inglese allo spagnolo al francese per disegnare / come disegnava sul campo / un nuovo esperanto d’emozioni e memorie vincente.
“Io mi sento francese, un francese in più.
Sì, non potrò più giocare su questi campi ma i miei sentimenti rimangono qua.”
E poi. E poi il pubblico in estasi, e poi il grazie che si compone in carne, sangue, ossa e persone.
E poi gli altri Tre Cavalieri dell’Apocalisse che si materializzano gentili e sorridenti – senza più armi al seguito loro – per abbracciarlo e tornare per un’ultima volta, insieme, su quella terra rossa ferrosa di lacrime e gloria.
Il Roland Garros che si espande su Francia e su Mondo – cogliendo anche le anime di chi non ha mai seguito questo sport, questo sogno – per celebrare chi del Roland Garros ha fatto il suo infinito e assoluto Regno.
Merci, Rafa, ti scrivo anche io mentre lento di singhiozzi piango.
Merci, Uomo e Campione infinito, mentre scrivo e mi ritrovo svuotato e – senza di te – più povero e vecchio.
Merci, Rafa.
Merci, Nadal Garros.