De Clizibus

Report sotto attacco

Clizia De Rossi

Report sotto attacco.

Dopo innumerevoli censure, interrogazioni parlamentari e feroci minacce (ultima in ordine di tempo quella di abolire la manleva, ossia la tutela legale che solleva dai rischi penali ed economici i giornalisti Rai), il governo Meloni è riuscito forse a trovare il modo di silenziare definitivamente anche il seguitissimo “Report”, l’ultima trasmissione d’inchiesta superstite di un servizio pubblico sempre più allo sbando, come dimostra l’in picchiata inarrestabile del calo d’ascolti. La scusa ufficiale? A detta dell’amministratore delegato Rai Giampaolo Rossi (sì quello che fa anche il direttore scientifico della “Fondazione Alleanza Nazionale” e che definiva l’antifascismo una “caricatura”), è quella di voler “garantire una corretta segregazione dei poteri” mettendo un “revisore esterno” a tutti i programmi giornalistici affinché “verifichi la qualità e la coerenza delle puntata con i canoni del servizio pubblico”, ma il fine lapalissiano a chiunque è quello di  voler colpire l’ultima roccaforte di giornalismo libero e indipendente sopravvissuta nei palinsesti di Tele-Giorgia, mettendola, cito testualmente, “sotto tutela”, che equivale a dire privarla di fatto di ogni qual si voglia forma di autonomia: dalla linea editoriale, alla scaletta, fino al budget stesso.

Come ha denunciato il sindacato di giornalisti Usigrai, lo stesso che neanche un anno fa parlava di “servizio pubblico ridotto a megafono del governo”, si tratta dell’ennesimo attacco squadrista alla democrazia di questo Paese e alla libertà di stampa ormai quasi totalmente accentrata nelle mani di questa maggioranza dispotica che impedisce ai suoi cittadini l’accesso a un’informazione seria e indipendente, cosa che per altro ci sta facendo rischiare pure una salata sanzione dall’Europa per violazione dell’articolo 5 secondo il quale i servizi pubblici “devono fornire in modo imparziale una pluralità di informazioni e opinioni al loro pubblico basate su criteri trasparenti”.

L’opposizione ovviamente ha chiesto compatta e indignata l’immediata convocazione dell’ AD Rossi in commissione di vigilanza ma indipendentemente dai risvolti che si preannunciano più foschi che mai, ricordiamoci sempre di ringraziare “Report”, Ranucci e chi lotta come lui e la sua squadra per l’informazione che ancora ci consente di essere liberi.

Clizia De Rossi