Il cerchio dei bambini perduti: scoperta archeologica guidata dall’Università di Pisa svela rituali infantili dell’epoca ittita
Una scoperta guidata dall’Università di Pisa che getta nuova luce sugli antichissimi rituali dell’epoca ittita. Uşaklı Höyük, sito archeologico nel cuore dell’Anatolia centrale, continua a rivelare i suoi misteri grazie alla 18esima campagna di scavo della Missione Archeologica Italiana che ha ‘risvegliato’ i resti di sette bambini, rinvenuti intorno al celebre complesso noto come Struttura Circolare. Il ritrovamento potrebbe rappresentare la prima testimonianza concreta di pratiche rituali infantili nel mondo ittita, civiltà che ha dominato parte dell’attuale Turchia durante il II millennio a. C.
Il gruppo di lavoro, coordinato da Anacleto D’Agostino, professore di Archeologia e Storia dell’Arte dell’Asia occidentale, era composto da studenti e archeologi del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’ateneo pisano, che hanno lavorato nell’ambito di un progetto internazionale a fianco di ricercatori provenienti dalle università Koç (Istanbul), Siena, Firenze, UCL (Londra), Bozok (Yozgat), Sapienza (Roma) e Hacettepe (Ankara).
Un rituale silenzioso conservato nella pietra. I piccoli scheletri non sono stati sepolti in tombe formali, ma giacevano tra frammenti ceramici, cenere e resti animali, in un contesto che suggerisce una funzione sacra o cerimoniale. Il ritrovamento possiede analogie con i tofet delle città fenicie e puniche, spazi dedicati alla deposizione di bambini in contesti religiosi. “Il legame tra i resti e l’architettura monumentale appare ormai evidente – sottolinea D’Agostino – Siamo di fronte a uno spazio con una funzione rituale probabilmente centrale per la comunità ittita che vi abitava nel Tardo Bronzo”. Un elemento particolarmente rilevante è il ritrovamento di un dente infantile ben conservato. Questo piccolo reperto potrebbe offrire non solo una datazione assoluta del contesto, ma – tramite le analisi del Dna – importanti informazioni biologiche sulla popolazione dell’epoca. Le analisi sono in corso nel laboratorio Human_G dell’Università Hacettepe di Ankara.
La Struttura Circolare e il culto del Dio della Tempesta.La scoperta si inserisce nel quadro più ampio dello studio dell’Area F del sito, dove nuove murature suggeriscono che la Struttura Circolare abbia mantenuto un ruolo centrale anche nelle fasi più tarde dell’insediamento. Le stratificazioni rinvenute e la lunga frequentazione dell’area lasciano ipotizzare una funzione sacra prolungata nel tempo, forse legata al culto del Dio della Tempesta, divinità principale della città di Zippalanda, che molti studiosi oggi identificano proprio con Uşaklı Höyük.
Un sito millenario tra acropoli, città e necropoli. Gli scavi 2025 hanno interessato anche l’acropoli, dove sono emersi resti di abitazioni databili tra l’età del Ferro e il periodo ellenistico e un deposito di distruzione con pietre bruciate e ceneri risalente alla media età del Ferro. Parallelamente, lo studio della necropoli medievale nell’Area G sta restituendo dati genetici su una famiglia vissuta dopo la battaglia di Manzinkert (1071 d. C.), momento chiave nella storia dell’Anatolia.
Vita quotidiana tra ceramiche, Dna e animali sacrificati. Oltre ai resti umani, lo scavo ha restituito un ampio spettro di materiali che aiutano a ricostruire la vita quotidiana dell’epoca. Una fossa contenente resti di cavalli, asini, bovini, caprovini e perfino una lepre potrebbe indicare pratiche collettive o offerte rituali. Le analisi su ceramiche, semi e carboni – condotte anche in ottica di archeologia del cibo – contribuiscono a delineare l’ambiente, l’economia e le abitudini alimentari dell’insediamento.
Un progetto internazionale per raccontare il passato. Il progetto, coordinato dall’Università di Pisa, è l’unica missione italiana attiva in un insediamento ittita situato nella madrepatria dell’antico impero. Vi partecipano istituzioni accademiche turche ed europee – tra cui le università di Istanbul, Siena, Firenze, Londra, Yozgat, Roma e Ankara – con il supporto del Ministero degli Affari Esteri italiano, della Fondazione per l’Oriente Mediterraneo e di fondi europei Next Generation EU. I bambini giocano da sempre.