Oltre 1500 canarini da campionato del mondo morti per asfissia, maxi risarcimento per la Federazione ornicoltori
Dovevano partecipare ai campionati mondiali di ornitologia e invece all’arrivo li hanno trovati morti nelle loro gabbiette. Oltre 1.500 canarini morti per asfissia, e non uccelli qualunque ma volatili speciali che potevano vincere titoli mondialia, ora dopo 9 anni di battaglia giudiziarie la Federazione ornicoltori italiani (Foi) ha vinto la causa che le restituisce “l’onore perduto”. La corte d’Appello di Bologna, infatti, ha condannato la società che avrebbe dovuto trasportare i canarini da Piacenza in Portogallo a pagare circa 300 mila euro di risarcimento alla Foi, tra danni e spese legali, affermando in sentenza che l’unica responsabile dell’accaduto è la ditta incaricata del trasporto e che la Federazione non ha nessuna colpa. I 1500 canarini facevano parte di un trasporto di 4 mila esemplari provenienti da varie zone d’Italia, e da diversi allevatori, con destinazione Portogallo dove nel gennaio del 2016 si sono svolti i campionati mondiali di ornitologia che ogni anno premiano, in varie categorie, i pennuti migliori.
Il prezioso carico era partito da Piacenza ma al suo arrivo in Portogallo la tragica scoperta: più di un terzo dei canarini era morto per mancanza d’aria. Ne era venuto fuori un contenzioso giudiziario civile per accertare le responsabilità ma in primo grado il Tribunale di Piacenza aveva rigettato le richieste della Federazione che secondo i giudici non aveva spiegato bene il danno e il suo ammontare. Di diverso avviso la corte d’Appello bolognese che invece ritiene responsabile la società di trasporto e ha anche disposto una perizia proprio per quantificare il danno: “In mancanza di criteri specifici, il loro costo è comunque desumibile dalle testimonianze rese in giudizio, avvalorate dalla consulenza tecnica”. La Federazione, come detto, aveva affidato alle società di trasporto di 4.000 uccelli da recapitare presso la sede del 64esimo campionato mondiale di ornitologia, che ebbe luogo dal 15 al 24 gennaio 2016 nella città di Mathosinos in Portogallo. Secondo le istruzioni impartite dal mittente, e documentate dalla lettera di incarico agli atti del processo, il trasporto sarebbe dovuto avvenire garantendo: temperatura di + 16 gradi; luce ore 9 giornaliere; apertura porte posteriore ogni 4/5 ore; tuttavia, all’arrivo del mezzo nel luogo di destinazione emerse che 1.565 uccelli erano deceduti in ragione della condotta tenuta dalle società che, stando al resoconto processuale, avevano destinato al trasporto un rimorchio che si rivelò poi essere una cella isolata, senza prese d’aria, assolutamente inidonea al trasporto degli animali. Inoltre, nonostante le specificazioni date alla partenza, non si era neppure provveduto all’apertura delle porte durante il viaggio per consentire il ricambio dell’aria. Accertato all’arrivo, il decesso per asfissia dei volatili, era iniziato il contenzioso giudiziario che ha visto in secondo grado l’accertamento della responsabilità dell’accaduto da parte delle società di trasporto che “approntarono mezzi non idonei al loro trasferimento e non garantirono la dovuta vigilanza”. La Foi potrà risarcire gli allevatori e salvare il suo buon nome per un avvenimento che all’epoca aveva creato numerose polemiche nell’ambiente ornitologico italiano.