Tenta di strangolare la moglie davanti al figlio piccolo, arrestato dalla polizia in un hotel
Le vacanze in Riviera, per molti associate a relax e spensieratezza, si sono trasformate in un incubo in un hotel di Rimini, il Miramare. Un turista lombardo di 35 anni è stato arrestato dalla Polizia con l’accusa di maltrattamenti e tentato strangolamento ai danni della moglie, davanti al figlio di due anni e mezzo. L’episodio, avvenuto sabato mattina, ha sconvolto ospiti e personale della struttura ricettiva.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo avrebbe picchiato ripetutamente la moglie sia nella camera d’albergo sia nella hall, incurante della presenza del bambino e di altri turisti. In un crescendo di violenza, la donna si è barricata nella stanza insieme al piccolo e al loro cane, un Pitbull, mentre il marito tentava di sfondare la porta. È stato in quel momento che gli agenti della Squadra Mobile di Rimini, allertati dal personale dell’hotel e dalla stessa vittima, sono intervenuti bloccando l’uomo e ponendo fine alla sua furia.
La donna, portata poi in Questura, ha denunciato una lunga escalation di aggressioni domestiche, mai rese pubbliche fino a quel momento. L’ennesimo episodio, aggravato dalla presenza del figlio minore, ha convinto la Procura ad agire con urgenza. Su disposizione del pubblico ministero Davide Ercolani,il 35enne è stato condotto nel carcere dei Casetti, dove rimane in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto. Intanto, gli investigatori stanno verificando se negli anni scorsi si siano verificati altri episodi di maltrattamenti.
L’episodio riporta con forza all’attenzione dell’opinione pubblica il tema della violenza domestica, che non si arresta nemmeno durante le vacanze, anzi spesso emerge in modo drammatico nei contesti di convivenza forzata. L’immagine di una donna che cerca rifugio chiudendosi in una stanza con il figlio e un cane, mentre il marito tenta di sfondare la porta, è la rappresentazione concreta di un incubo che troppe famiglie vivono dietro le mura di casa, o in questo caso di un albergo.
Il fatto che siano stati altri ospiti e il personale dell’hotel ad allertare le forze dell’ordine dimostra l’importanza di non voltarsi dall’altra parte. Mentre la decisione della Procura di disporre subito misure cautelari è un segnale importante: la tutela immediata delle vittime deve essere sempre prioritaria. Al tempo stesso, però, serve un impegno più ampio, fatto di prevenzione, ascolto e sostegno psicologico e materiale per le donne che trovano il coraggio di denunciare.
L’episodio di Rimini non è un caso isolato, ma l’ennesima conferma di quanto la violenza di genere rimanga un’emergenza quotidiana. Accade nelle grandi città e nei piccoli centri, tra famiglie in difficoltà e in contesti apparentemente “normali”, senza distinzione di classe sociale o provenienza geografica.
Il dramma vissuto da questa donna e dal suo bambino dimostra che il problema non può essere affrontato solo nelle aule di tribunale: servono politiche educative, culturali e sociali che scardinino il modello patriarcale e i meccanismi di possesso che spesso sono all’origine di episodi simili. Mentre il 35enne attende davanti alla giustizia di rispondere delle accuse, la speranza è che questa vicenda contribuisca a rafforzare la consapevolezza collettiva: la violenza non è mai un fatto privato, ma una ferita che riguarda tutti.