Cronaca

Il racconto di una sopravvissuta al devastante incendio in Sardegna a Villasimius

Il 27‑28 luglio, un vasto incendio doloso ha colpito l’area di Punta Molentis a Villasimius, devastando circa 100 ettari di bosco, arrivando fino alla spiaggia e distruggendo decine di auto parcheggiate. L’evento ha provocato una fuga precipitosa: oltre 200 bagnanti sono stati evacuati via mare, soccorsi da elicotteri, Canadair, forze della Protezione Civile e Guardia Costiera.  Il racconto di una sopravvissuta: “Abbiamo nuotato per salvarci, non c’era altra via”: il racconto di Giorgia, scampata all’inferno di Villasimius. Erano partiti dalla provincia di Torino per una vacanza al mare, ma si sono ritrovati in mezzo a un incendio improvviso e devastante. Giorgia Iattoni, 22 anni, era insieme al suo ragazzo Samuele e a due amici, Melissa e Luca, sulla spiaggia di Punta Molentis, a Villasimius, in Sardegna, quando il cielo si è tinto di nero.

«Eravamo al bar e vedevamo la nube, ma pensavamo si sarebbe risolta presto. Poi il barista ha dato l’allarme e siamo corsi alla macchina» racconta Giorgia in una videochiamata. Il vento aveva alimentato l’incendio rendendo le fiamme altissime e inarrestabili. Hanno cercato di allontanarsi con l’auto, ma una sbarra bloccava l’accesso. Quando è stata aperta, sono passati solo i mezzi dello staff della caletta. Le auto degli ospiti, tra cui la loro, sono rimaste ferme. «Ci siamo rifugiati sugli scogli, ma il fumo era irrespirabile, non si vedeva nulla» continua Giorgia. «Ci siamo guardati negli occhi: sapevamo che il mare era l’unica via. Tre di noi sono bagnini: avevamo l’esperienza per affrontare il mare, anche se le condizioni erano dure».

Si sono tuffati. Hanno nuotato per circa 400 metri fino a raggiungere un gruppo di scogli. Durante il tragitto, Giorgia ha perso il telefono con cui aveva contattato i soccorsi. «Non ci hanno salvato le forze dell’ordine, ma dei ragazzi volontari che ci hanno visti dal porto e sono usciti con una barca. In acqua c’era anche una famiglia con una bambina di quattro anni: piangeva, non riusciva a nuotare, il padre cercava in tutti i modi di tenerla a galla».

Il giorno dopo, rivolgendosi alla Capitaneria di porto, sono riusciti a recuperare gli zaini lasciati sulla spiaggia. «Ho riportato più un danno psicologico che fisico, ma so che lo supererò» conclude Giorgia. «A volte, davanti alle fiamme, il mare è davvero l’unica via di salvezza». Indagini sono in corso perché si teme che il rogo possa avere origine dolosa.