Accusato di aver ucciso e fatto sparire la moglie in crociera è stato assolto dalla corte d’Appello di Roma
Un amore svanito nel nulla, una donna scomparsa ed un marito accusato di omicidio e infine assolto. La vicenda di Daniel Belling e Li Yinglei è una di quelle storie che sembrano scritte per un thriller, ma è accaduta davvero. Ed è proprio l’assenza di risposte, più ancora dei sospetti, a renderla così inquietante. Tutto comincia nel febbraio del 2017, quando Daniel Belling, cittadino tedesco residente in Irlanda, parte per una crociera nel Mediterraneo con la moglie Li Yinglei e i loro due figli piccoli. Una vacanza apparentemente serena a bordo della MSC Magnifica che però si trasforma in un incubo: al termine del viaggio, della donna non c’è più traccia. Nessuno l’ha vista sbarcare, nessuno l’ha sentita o notata nei giorni successivi alla partenza da Genova. Un silenzio inspiegabile che, sin da subito, ha acceso i riflettori su quello che sembrava un caso di sparizione volontaria, ma che ben presto si è trasformato in un’indagine per omicidio.
Belling viene fermato il 22 febbraio 2017 all’aeroporto di Ciampino, mentre cerca di lasciare l’Italia con i figli. Gli inquirenti lo accusano di aver ucciso la moglie durante la crociera e di averne gettato il corpo in mare, forse insieme alla sua valigia, approfittando di una delle tappe. A rafforzare l’ipotesi investigativa: l’ultima lite tra i due, raccontata da un commerciante di Genova; le testimonianze frammentarie dei bambini, che parlano della madre scomparsa improvvisamente; e l’assenza di immagini della donna nei sistemi di videosorveglianza della nave nei giorni successivi all’imbarco. Nonostante l’assenza del corpo e di prove definitive, il processo di primo grado si chiude una condanna pesante: 26 anni di carcere per omicidio volontario e distruzione di cadavere. Una sentenza che fa discutere per l’assenza di riscontri oggettivi, ma che i giudici difendono, sostenendo che gli indizi siano sufficienti per ricostruire il quadro di un delitto compiuto con freddezza.
Ma il colpo di scena arriva otto anni dopo. La Corte d’Appello di Roma, nel maggio 2025, ribalta completamente il verdetto: assoluzione piena per Daniel Belling con la formula “perché il fatto non sussiste”. I giudici sottolineano l’insufficienza delle prove, le incongruenze nella ricostruzione e l’impossibilità di dimostrare con certezza che un delitto sia realmente avvenuto. Nessuna traccia di sangue, nessun testimone diretto, nessun elemento che certifichi l’atto omicida. La difesa ha sempre sostenuto che Li Yinglei potesse essersi allontanata volontariamente, forse coinvolta in una relazione extraconiugale. Alcuni messaggi trovati sul suo telefono sembravano avvalorare questa ipotesi, anche se mai confermata da prove concrete. Gli inquirenti hanno escluso la possibilità che la donna abbia lasciato la nave nei porti toccati dall’itinerario: non esistono registrazioni della sua discesa, e nessuno l’ha mai vista viva dopo i primi giorni di viaggio. Tuttavia, nemmeno la tesi dell’omicidio è mai riuscita a trasformarsi in certezza giudiziaria. E mentre Daniel Belling torna a essere un uomo libero, la famiglia di Li Yinglei resta sospesa in un dolore senza risposte. A distanza di anni, ciò che rimane è un insieme di sospetti, ipotesi e silenzi. E misteri.