“Piano carceri” per il sovraffollamento, soddisfazione del Governo, critiche le opposizioni e le associazioni
Sovraffollamento carceri, dall’edilizia alla detenzione domiciliare: le misure del governo. Il 22 luglio 2025 si è tenuto il Consiglio dei ministri con l’illustrazione del programma di interventi di edilizia penitenziaria per il 2025-2027 e altri due provvedimenti sulla stessa materia: un disegno di legge sulla detenzione domiciliare per il recupero dei detenuti tossicodipendenti o alcoldipendenti e uno schema di decreto del Presidente della Repubblica (in esame preliminare) con modifiche sul procedimento per la concessione della liberazione anticipata e di corrispondenza telefonica dei detenuti e degli internati. Un altro disegno di legge riguarda invece le circoscrizioni giudiziarie. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il piano di interventi per ristrutturare e ingrandire gli istituti penitenziari, con 335 milioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che consentiranno di realizzare entro i primi mesi del 2027 più di 2.500 nuovi posti negli istituti di pena. Lo sottolinea una nota del Ministero stesso.
“Particolarmente significativi – evidenzia sempre il Mit- sono gli interventi di manutenzione del Carcere di Forlì e di costruzione del Carcere di San Vito al Tagliamento che rappresenta la realizzazione di un nuovo istituto penitenziario dopo ben 14 anni dall’ultima costruzione di un carcere sull’intero territorio nazionale. Nel novero dei posti detentivi sono compresi anche 85 posti destinati al settore Minorile presso gli IPM di Casal del Marmo (Roma), Lecce, Rovigo e Quartucciu (Cagliari)”.
Intanto il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha fatto sapere che i primi interventi sulle carceri riguardano “il potenziamento delle strutture” e ha spiegato che si è intervenuti in altri due settori: “la detenzione differenziata extramoenia, al di fuori dal carcere, e l’obiettivo di accelerare procedure per chi ha diritto alla liberazione anticipata. Ci sono poi modifiche sulle disposizioni per i contatti telefonici, per alleviare la condizione carceraria”. Il piano per l’edilizia penitenziaria 2025-2027 si pone inoltre l’obiettivo di recuperare e creare 15mila posti detentivi. I primi 9.696 posti saranno divisi in 1.472 nel 2025, 5.914 nel 2026 e 2.310 nel 2027, per un fabbisogno finanziario complessivo di 758 milioni di euro. Ulteriori cinquemila posti detentivi potranno essere realizzati in un arco temporale quinquennale attraverso la linea di intervento sulla valorizzazione e trasformazione di alcuni istituti penitenziari esistenti. Tale intervento complessivo consente di raggiungere l’obiettivo di 15mila posti.
“La soluzione del problema del sovraffolamento nelle carceri è per noi priorità – ha sottolineato Nordio – ma è un problema che non può essere risolto con la bacchetta magica perché si è sedimentato nei decenni”. L’importante, ha aggiunto il Guardasigilli, è non intervenire con una “liberazione incondizionata che suonerebbe una resa da parte dello Stato”. Sempre Nordio sostiene che la parola d’ordine è “recupero dei detenuti tossicodipendenti”, e il ministro precisa che la detenzione differenziata si svolgerà “in strutture certificate di comunità” e che “la condizione per il trattamento differenziato è quella di non aver commesso reati di certa gravità. Si tratta di disposizioni che non si applicano a chi ha commesso reati odiosi come stupro o rapina a mano armata. Il trattamento differenziato è previsto per i cosiddetti reati minori”.
“Abbiamo varato un piano straordinario di interventi che ci farà avere, con opere in cantiere già oggi e con il termine dei lavori al 2027, circa 10mila nuovi posti detentivi, con un investimento complessivo di oltre 750 milioni di euro. E stiamo lavorando per aggiungere altri 5mila posti in modo da colmare l’intero divario che c’è fra presenze e posti disponibili”, queste le parole della premier Giorgia Meloni in un video, parlando del piano carceri. Il segretario di Più Europa Riccardo Magi ha criticato il progetto approvaton dal Cdm ritenendolo “praticamente una matrioska, con carceri all’interno di altre carceri. Nulla per diminuire il numero di detenuti, nulla per rimediare agli ingressi dovuti ai numerosi nuovi reati introdotti da questo governo. Persino l’intervento sulle persone con dipendenze tradisce le già basse aspettative”. “il governo conferma di volere la certezza della pena senza certezza del diritto: c’è poco da dedicare questo piano a Marco Pannella”, ha aggiunto.
“Siamo di fronte all’ennesima presa in giro da parte del Governo – ha dichiarato Debora Serracchiani, deputata del Partito Democratico e responsabile Giustizia nella segreteria nazionale del partito. “È l’ennesima prova che al ministro Nordio e a questo esecutivo non interessa affatto la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane, dove ogni giorno si consumano violazioni dei diritti e si rischiano nuove tragedie”, ha aggiunto. Secondo l’Associazione Terra Dorea, impegnata nella tutela dei diritti dei detenuti e nella promozione di politiche penitenziarie rispettose della dignità umana “la crisi del sistema penitenziario italiano non può essere risolta unicamente attraverso un mero ampliamento della capienza carceraria”, per non rischia di perpetuare un modello “basato sulla marginalizzazione e l’esclusione”, sottolinea la presidente Claudia Majolo. “È invece indispensabile agire su più fronti, favorendo l’applicazione delle alternative al carcere, potenziando la magistratura di sorveglianza, rafforzando i servizi sociali, sanitari e di reinserimento, nonché coinvolgendo attivamente il Terzo Settore”, conclude Majolo, che chiede inoltre un incontro con la premier Giorgia Meloni per sbloccare il protocollo di intesa con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
(Fonte Sky tg 24)