Linea Oriente

Nella striscia di Gaza il massacro indiscriminato dei cittadini è una realtà sistematica

Rieccoci nell’antichità classica per introdurre un argomento che cercherò molto alla buona di collegare al presente. Masada: ai più questo nome non dirà nulla ma i fanatici zeloti sicuramente lo ricordano, si può immaginare che vi abbiano delineato intorno una loro epica. Si trattava di una fortezza situata in Palestina vicino il Mar Morto; edificata durante il regno di Erode il Grande su uno sperone di roccia rinforzato da mura, costituì l’ultimo baluardo della resistenza ebraica prima che la provincia passasse definitivamente sotto il controllo di Roma. Subì un lungo assedio nel 73 o 74 d.C. da parte delle legioni che quando vi entrarono videro una scena allucinante anche per veterani temprati nel ferro e nel sangue: tutti gli occupanti si erano suicidati. Ciò può dare una vaga idea di cosa sia il fanatismo al di là delle ragioni più o meno valide. Nel mondo antico poteva accadere che intere città venissero assediate e che la popolazione che non avesse accettato la resa, quasi sempre proposta, venisse massacrata. Poteva accadere, ed è accaduto, ma non rappresentava la regola; non era qualcosa di sistematico tanto più che i conflitti nel corso della storia sono stati in un certo modo regolati. Le guerre si dichiaravano con dei protocolli diplomatici e in genere si cercava di evitare il coinvolgimento della popolazione. In Europa questo è accaduto fino al 1914 dopodiché con Adolf Hitler i trattati sono diventati pezzi di carta da stracciare. Negli Stati Uniti possiamo affermare che nel 1800 sia la guerra civile che le cosiddette guerre indiane abbiano rappresentato il prototipo dei conflitti contemporanei. La guerra civile contiene già degli elementi che la classificano come moderna ma ora ci interessa fare qualche riflessione sulle campagne militari condotte contro i nativi americani. Il coinvolgimento della popolazione era sistematico; venivano attaccati villaggi inermi, uccise donne, vecchi, bambini. Venivano attaccate le risorse, i cavalli dispersi, i campi bruciati, i bisonti sterminati, diffuse malattie come il vaiolo, intere tribù deportate. Tuttavia non c’era il genocidio nel loro orizzonte ma l’assimilazione forzata. Nella striscia di Gaza il massacro indiscriminato dei cittadini è una realtà sistematica dettata da una folle ideologia suprematista, il sionismo, che tanto somiglia al nazismo e al razzismo d’oltreoceano. Evidentemente la lezione del ghetto di Varsavia non è servita. Vi penetrarono i tedeschi nel 1943 e per gli ebrei che erano stati rinchiusi a forza e avevano organizzato una resistenza armata non ci fu nulla da fare. Oggi gli israeliani stanno compiendo lo stesso crimine. Negli scenari bellici contemporanei le città sono parte integrante del campo di battaglia, e più o meno dal 1945 in poi, coloro che vengono definiti “nemici combattenti”, ovvero formazioni composte da irregolari, sono entrati a pieno titolo come protagonisti nella maggior parte dei conflitti che ormai difficilmente oppongono due eserciti l’uno contro l’altro; è accaduto in Somalia, Afghanistan, Libia. Nel “nostro” Medio Oriente ricordiamo fedayn, mujaheddin, al-Qaeda, Hamas, Hezbollah, gli Houti (che sono un partito non un gruppo etnico) e chi più ne ha più ne metta. Fa eccezione l’operazione militare speciale in Ucraina che è una guerra civile che contiene una guerra “tradizionale”, che contiene una guerra per procura, che contiene una guerra tecnologica; proprio come una matrioska.