Cronaca

“Non erano terroristi”: extracomunitari espulsi ingiustamente ora chiedono maxi risarcimento all’Italia

Quattro cittadini nordafricani, espulsi nel 2022 per accuse di terrorismo poi archiviate, chiedono un risarcimento di 2 milioni di euro allo Stato italiano. Erano regolari, lavoravano e avevano famiglia. Ora pretendono giustizia per l’errore che ha spezzato le loro vite. Non erano terroristi. Non c’erano prove, non c’erano indizi concreti, solo sospetti. Sospetti che sono bastati a cambiare per sempre la vita di quattro uomini, quattro padri di famiglia, che nell’estate del 2022 vennero caricati su un aereo e rispediti nei loro Paesi d’origine. Marocchini e tunisini, tutti regolari in Italia, con una carta di soggiorno, un contratto di lavoro a tempo indeterminato e figli nati sul suolo italiano.

Oggi, dopo due anni, il Tribunale di Perugia ha messo fine alla vicenda giudiziaria con un’archiviazione: le accuse di terrorismo erano infondate. Nessun collegamento con ambienti estremisti. Nessuna minaccia. Nulla. Ma l’errore, nel frattempo, è stato fatto. E ha lasciato cicatrici profonde. I quattro uomini – due marocchini di 39 anni, un altro di 57, e un tunisino di 47 – attraverso il loro avvocato Hilarry Sedu, chiedono ora un maxi risarcimento da 2 milioni di euro allo Stato italiano. Una cifra che rappresenta, simbolicamente e materialmente, il danno subito: non solo economico, ma familiare, psicologico, sociale.

Nel ricorso indirizzato al Ministero dell’Interno, l’avvocato Sedu sottolinea come quei provvedimenti di espulsione abbiano spezzato nuclei familiari stabili, costringendo madri a crescere da sole figli piccoli, improvvisamente privati dell’unico reddito familiare. Uomini che lavoravano, che pagavano le tasse, che avevano scelto l’Italia come casa e che si sono ritrovati bollati come pericolosi, senza possibilità di difesa, senza nemmeno un processo.

“Lo Stato deve riconoscere e ammettere quando sbaglia – afferma l’avvocato – Deve riparare le sofferenze inflitte ai minori, privati ingiustamente di un padre. Non possiamo accettare che questi bambini crescano con il risentimento verso il Paese che avrebbe dovuto proteggerli. Non vogliamo che qui accada ciò che è successo nelle banlieue francesi”. La richiesta di risarcimento apre ora una nuova fase: quella della responsabilità. Perché espellere un cittadino straniero è un atto grave, e quando si rivela infondato, lo Stato deve avere il coraggio di chiedere scusa. E pagare. Si vedrà.