Eccoli lì, struggenti e fulgenti. Sorridono, e ancora non capiscono se è tutto vero. Sara Errani e Andrea Vavassori: Campioni del doppio misto al Roland Garros 2025.
Su quella terra che ancora brucia e che non perdona. Su quel campo che ha visto mille dèi cadere e mille promesse svanire. Su quella coppa che nessuno regala e nessuno concede. E invece. E invece ci sono due italiani che ci hanno creduto fino in fondo — che ci hanno messo mestiere, cuore, fatica, arte — e che oggi se la stringono stretta, quella coppa che pesa più di tanti sogni di piombo.
Lei. Sara. Sarita. Una delle prima Eva del tennis italiano. Una di quelle sparse, piccole immense luci che brillavano solitarie quando eravamo relegati ai freddi margini dell’impero. Quella che ha scritto pagine di storia. Quella che è caduta, che si è rialzata, che ha cambiato pelle e strada. Quella che oggi – a 38 anni – è una delle più forti doppiste del mondo. Quella che non serve più forte. Ma serve più vera. Quella che ha scelto il doppio per restare dentro il gioco.
Quella che comunque gioca per vincere. E che vince.
Andrea. Doppista puro. Trent’anni, mani da cesellatore e testa da guerriero. Top mondiale. Già vincitore a New York. Già finalista negli Slam maschili. Uno che sa dove vuole arrivare. Uno che gioca per costruire la vittoria. Non per farsi vedere.
Oggi sono lì, entrambi, in abbraccio di sole che abbaglia. Lì, dove forse non erano i più attesi. Lì, dove forse non erano la coppia su cui tutti puntavano. Ma c’erano. E oggi la coppa è loro. La vittoria brilla, infinita, in quattro mani d’orchestra. E questa è una coppa figlia legittima di mille scelte, di ore sul campo, di affiatamento scolpito come marmo, di voli, di chilometri, di palle lavorate e sudate. Di serate che ti levano il sonno. Di sconfitte che ti insegnano. Di vittorie che ti ripagano. Quella coppa è figlia legittima di tutti noi che estasiati guardiamo.
Perché questo è il tennis che vogliamo: non solo il culto dei numeri primi; non l’algoritmo degli sponsor, ma due anime belle che ci credono ancora. Due anime che si tengono per mano mentre si prendono la terra con le dita. Due anime che si guardano in faccia e si dicono: “Andiamo a prendercela.”
Sara Errani. Andrea Vavassori. Due anime che ci hanno creduto. Due anime che se la sono presa. Due anime che ora – sì – sono ancor più leggenda. Guardate, guardate quelle racchette immobili come ali stagliate su due che si fan corpo solo.