Curiosity

La serie tv “Adolescence”, tanto criticata e discussa, “superata” ampiamente dalla realtà dei fatti

Il 13 Marzo di quest’anno è uscita una miniserie TV su Netflix. Soli 4 episodi, girati in un esasperante ed asciutto piano sequenza che ci raccontano l’arresto, l’incriminazione e la condanna del tredicenne e, all’apparenza innocente, Jamie Miller, accusato di aver ucciso a coltellate una sua coetanea, Katie Leonard. A termine del primo episodio ci verrà rivelanto con certezza matematica che Jamie è colpevole. Jamie ha massacrato a coltellate la coetanea Katie. Perchè rifiutato, perchè vittima di bullismo sui social, perchè influenzato dalla propaganda Incel, perchè la odierna società ha trasformato un normale preadolescente proveniente da una normalissima famiglia piccolo borghese in un assassino carico di odio e rancore verso l’altro sesso.
Adolescence è stato un caso mediatico, uno di quei prodotti di cui tutti parlano e tutti finiscono per citare almeno un paio di volte a settimana. Adolescence è stata una serie, la prima serie contemporanea, a parlarci di quel mondo sotterraneo che è la cultura Incel e che tanto, forse troppo, viene sottovalutata quando si parla di fatti di cronaca o di bullismo.
Termini come Redpillati e Bluepillati, Chad, BetaBuck, Alpha, Cuck, Stacy, Sigma e altri ancora hanno trovato un interesse per il giornalismo di genere e non. Di colpo durante il Marzo 2025 gli Incel hanno iniziato ad esistere per il signore e la signora Rossi qualuque, di colpo sono sorti i timori su con chi passino il tempo i nostri figli online e cosa leggano o vedano.
L’isteria è durata il tempo di una moda passeggera, meno dei fidget spinner. A fine Aprile 2025 Incel è tornato ad essere un altro dei mille neologismi della rete di cui non comprendiamo né ci teniamo a comprendere il senso.
Eppure i piano sequenza di Adolescence, che sono un chiaro rimando a Elephant di Gus Van Sant, film che mette in scena il massacro di Columbine, forse il primo caso di terrorismo Incel registrabile nella storia, non possono essere dimenticati. La cultura Incel non è un problema anglosassone ma è altrettanto presente in Italia e contamina tutti gli ambienti dove adolescenti ed adulti possono coesistere, dalle pagine di meme, al mondo Nerd, principalmente nei settori di Videogames, media supereroistici e carte collezionabili fino ad arrivare nel mondo insospettabile dello sport e più nello specifico del fitness ma facciamo qualche esempio.
Ci sono operazioni di review bombing , ovvero inserimento massivo di recensioni negative su media perché contengono elementi LGBT causando cali drastici nelle vendite, situazioni che hanno portato come conseguenza la chiusura di case di produzione e il licenziamento di parecchie persone. Ci sono attori e personaggi pubblici che sono stati costretti a chiudere i propri social media per valanghe di insulti e minacce di morte da parte di anonimi commentatori. possono essere poche decine che diventano migliaia una volta aperti abbastanza account fasulli. Ci sono poi all’apparenza innocue pagine di meme che attraverso black humor promuovono silenziosamente filosofie nichiliste e attribuibili alla sfera Incel che utilizzano scherzosamente (Ma quanto?) simbologia e personaggi storici di estrema destra come Adolf Hitler. Sono le stesse persone che inneggiano a Trump, scherzando (ma quanto?) e che in fondo, considerano l’ultima fatica di Kanye West un pezzo esilarante, e se la si pensa in maniera contraria si fa parte dell’estrema sinistra del progressismo a qualunque costo, al lassismo e al mondo radical chic. E’ lo stesso mondo che inneggia alle escort e allo stesso tempo disprezza la donna, lo stesso mondo che inneggia alla cocaina ma allo stesso tempo favorisce il pugno duro per legge, ordine e tradizione. Un mondo di contraddizioni che arrivano mascherati da contenuti all’apparenza innocui e di intrattenimento che arrivano all’individuo tramite Doom Scrolling, la bieca pratica di perdere tempo a scorrere in maniera passiva i contenuti dei social consigliati tramite cookies. Basta un like su un post di black humor per vederne dieci, basta vederne dieci per
averne altri cento e così via. Ora se un individuo sa come funziona la macchina, sa che le interest bubbles ci creano contenuti a seconda delle nostre interazioni e preferenze e ci privano di altre portandoci in microcosmi autosufficienti e isolati dagli altri (Chi vi scrive ha i social che parlano esclusivamente di musica elettronica, modellismo, cinema d’essay, letteratura e body building. Lo so sono una persona molto noiosa) ha anche le chiavi per regolare questo tipo di contenuti, evitare le sponsorizzazioni dannose e mantenere il suo feed online sano e attinente ai propri interessi.
Ma un preadolescente? uno di quei piccoletti che abbiamo fatto nascere e stiamo crescendo, pensando ad un certo punto che non sarebbe stata una brutta idea creargli degli account per navigare in internet ovviamente oscurandogli i siti porno? (spoiler, probabilmente la pornografia è la cosa meno dannosa che un preadolescente può vedere in rete).
Quel nostro figlioletto, il nostro Jamie Miller di turno, sarebbe in grado di discernere con spirito critico come sa fare un adulto (e nemmeno tutti gli adulti vista la quantità di boccaloni che credono a bufale clamorose) oppure mentre sta guardando compulsivamente reel del suo videogioco preferito arriverà ad assimilare forme di pensiero totalmente antisociali che farà sue e porterà fuori dal cyberspazio e dentro il nostro mondo?
Impossibile, vi direte, mio figlio lo controllo, mio figlio non è così, sono cose da americani.
Intanto ad Afragola è morta una quattordicenne. Martina Carbonaro, uccisa a pietrate dall’ex fidanzatino. I giornali hanno detto che non accettava la separazione e per quanto possa essere legittimo non può essere una giustificazione. Due bambini che sono diventati fidanzatini a 12 anni, due anni di relazione se si relazione si può parlare a quell’età.
L’ennesimo femminicidio, dove ci si chiede in continuazione, ai talk show, sui giornali e perfino in tribunale, quale sia la molla che ha trasformato un ragazzo in un omicida. Quando le tragedie di questo tipo sono talmente tante e talmente simili nel modus operandi da trasformarsi in sterili statistiche è necessario interrogarsi se non ci sia qualcosa che accomuna tutti questi individui nel modo di pensiero, e se così fosse non sarebbe così improbabile iniziare a prevenire e tenere sotto controllo persone che vengono a contatto con la sottocultura Incel, non dissimilmente come dal 2001 determinate parole chiave e ricerche e forum che potevano essere sospettosamente legate al Jihadismo e all’estremismo islamico o più recentemente al mondo della droga erano soggette a controllo da parte di organi preposti e questo ha fatto si che venisse attuata della prevenzione.
Sono fette di popolazione che utilizzano sempre gli stessi termini, idolatrano Patrick Bateman di American Psycho (non avendo letto il libro di Ellis e quindi comprendendo che Bateman è una grottesca caricatura e non un modello di vita) o il Joker, partecipano a campagne di denigrazione di massa e inneggiano ai perpetratori di femminicidi o massacri mascherandoli da battute di black humor attraverso Meme di dubbio gusto. Sarebbe così semplice prevenire il fenomeno prendendolo alla fonte ma questo non viene fatto, perchè il terrorismo Incel non esiste, nemmeno a fronte delle continue sparatorie nelle scuole d’America, nemmeno a fronte delle dozzine di femminicidi, nemmeno a fronte dei crimini sommersi come Cyberbullismo, bullismo adolescenziale, molestie sessuali e non, diffamazioni e la lista prosegue. Turetta era depresso e pure inesperto, Alessio Tucci era immaturo e non gestiva il rifiuto, Antonio Giovanni De Marco, quello del massacro di Lecce, l’unico caso in cui in tribunale si parlò di cultura incel, aveva problemi psichici, potrei proseguire con questa serie di constatazioni che sembrano sempre in qualche modo giustificare il carnefice in una situazione ingiustificabile ma non ne vale la pena.
Anche l’omicidio di Martina presto finirà nel mucchio e ci indigneremo per la prossima vittima, verranno fatte manifestazioni, i talk show parleranno invitando sociologi e psicologi e criminologi per parlare della condizione psichica dell’aggressore, ci faremo tutti mille domande per poi ricominciare. Intanto, per quanto non perfetta, la serie Adolescence ha scoperchiato un formicaio che potrebbe aiutarci a capire cosa sta succedendo e ad iniziare a prevenirlo all’interno delle nostre case ma è necessario che non ci dimentichiamo di quello che abbiamo visto in quelle quattro ore scarse di miniserie e sarebbe il caso che iniziassimo a cercare il perchè i nostri giovani finiscono per commettere atti contro l’umanità e contro la legge e forse, dico forse, la risposta sta nella porta sul mondo che noi stessi gli abbiamo fornito.