Gettarono una bici elettrica dal balcone rendendo un ragazzo invalido a vita, condannati 3 minorenni
Lanciarono una bici da una balconata colpendo un ragazzo e rendendolo tetraplegico: la Cassazione conferma la condanna definitiva per 3 dei 5 imputati. I tre minorenni (alle’poca dei fatti) che parteciparono al lancio di una bici elettrica tra la notte del 20 e 21 gennaio 2023 sono stati definitivamente condannati dalla suprema corte di Cassazione. L’accusa è di tentato omicidio aggravato in concorso. Le pene: 9 anni e 9 mesi per l’allora diciassettenne, 9 anni e 4 mesi per il quindicenne, e 6 anni e 8 mesi per la ragazza di 16 anni.
Il fatto.
Tra la notte del 20 e 21 gennaio 2023, nel cuore di Torino, in zona Murazzi – area nota per la movida e le discoteche – cinque ragazzi lanciarono da una balconata una bici elettrica del peso superiore ai 20 kg da un’altezza di 10 metri.
Il mezzo colpì un giovane studente palermitano, trasferitosi a Torino per studiare medicina. L’impatto, avvenuto a una velocità di circa 47 km/h, fu devastante.
Come riportano gli atti giudiziari e i referti medici, il ragazzo lottò per mesi tra la vita e la morte. Rimase tetraplegico e tenuto in vita dai macchinari. Grazie alle telecamere di sorveglianza e alla testimonianza di un testimone chiave, i responsabili furono identificati: tre minorenni e due maggiorenni.
Il 10 luglio 2023, i tre minorenni presentarono richiesta di messa alla prova come alternativa alla reclusione, ma il 7 settembre dello stesso anno il giudice, ritenendo che fossero parte attiva del gesto e non semplici spettatori, respinse la richiesta e li condannò.
La Cassazione ha confermato la sentenza il 20 marzo scorso e ha pubblicato di recente le relative motivazioni..
I maggiorenni.
Per i due maggiorenni l’iter giudiziario ha seguito un percorso diverso e non si è ancora concluso: uno dei due ha scelto il rito abbreviato, riconoscendo il proprio coinvolgimento in cambio di una pena più lieve. L’altro fu condannato inizialmente a 10 anni, poi la Cassazione a ha richiesto un aumento della pena a 16 anni. Alla fine, entrambi sono stati condannati a 16 anni, in Appello bis, nonostante solo uno dei due abbia materialmente lanciato la bici che ha distrutto la vita del giovane palermitano. Sonn entrambi in attesa del verdetto definitivo della Cassazione.
Simona Grabbi, avvocato della vittima e dei familiari, ha dichiarato: “È difficile gioire quando viene condannato un ragazzo così giovane. È una pena dura, ma che rispecchia l’estrema gravità del fatto e delle sue conseguenze.”