Il peggiore e più longevo errore giudiziario britannico. La fine di un incubo ma decisamente in ritardo, con conseguenze inimmaginabili. Dopo 38 anni trascorsi in carcere per un omicidio che non ha commesso, Peter Sullivan è un uomo libero. La Corte d’Appello inglese ha annullato la sua condanna, riconoscendo l’errore giudiziario più lungo nella storia della giustizia britannica. Sullivan oggi ha 68 anni, e ha passato metà della sua vita in carcere perché nel 1987 è stato condannato per l’uccisione brutale di Diane Sindall, una fiorista ventunenne aggredita mentre tornava a casa da un turno in un pub di Bebington, nel Merseyside. Il suo corpo, ritrovato svestito e mutilato, era stato al centro di un’indagine che portò rapidamente alla condanna dell’uomo, all’epoca indicato come unico sospettato.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, nell’agosto 1986 Sullivan – dopo aver perso una partita a freccette – avrebbe vagato ubriaco per le strade, armato di un piede di porco, incontrando casualmente la vittima. Ma quella ricostruzione si è rivelata priva di fondamento alla luce delle nuove prove scientifiche. È stata infatti la Criminal Cases Review Commission (Ccrc) a ordinare nuovi esami del dna, oggi disponibili grazie a tecniche moderne non esistenti all’epoca. I risultati parlano chiaro: nessuna traccia genetica di Sullivan è stata riscontrata nei campioni raccolti sulla scena del crimine. Il DNA appartiene invece a un “uomo sconosciuto”, la cui identificazione è ora al centro delle indagini riaperte nel 2023.
“Alla luce di queste prove, è impossibile considerare sicura la condanna dell’appellante”, ha dichiarato il giudice Holroyde, che insieme ai colleghi Goss e Bryan ha firmato l’annullamento della sentenza. “Non abbiamo dubbi sul fatto che sia necessario e opportuno nell’interesse della giustizia”. Sullivan ha seguito in lacrime l’udienza via video dal carcere di Wakefield. In aula, un familiare ha accolto la lettura della sentenza con commozione: “Ce l’abbiamo fatta”, ha sussurrato tra le lacrime. La polizia del Merseyside ha confermato che le prove genetiche non erano disponibili all’epoca e ha annunciato il massimo impegno per trovare il vero responsabile. Oltre 260 uomini sono stati esclusi finora dall’inchiesta, e la National Crime Agency è ora coinvolta per identificare il profilo genetico rimasto anonimo. “Pensiamo alla famiglia di Diane Sindall, che dopo quasi quarant’anni si ritrova ancora senza risposte e con un dolore rinnovato”, ha dichiarato il sovrintendente capo Karen Jaundrill. Ci sarà un risarcimento e certamente meglio tardi che mai ma insomma nessuno potrà ripagarlo per tutto ciò che gli è stato tolto. Uno degli errori giudiziari peggiori della storia. Difficile anche da immaginare. Assurdo. E un assassino è ancora in libertà se non è già morto e i familiari dela vittima non sanno la verità. Peggio di così…