L’avvocato degli eredi delle vittime delle stragi nazifascite in Toscana scrive a Giorgia Meloni
Stragi naziste in Toscana, lettera a Meloni per i risarcimenti ancora fermi: «Certezza nei pagamenti e coinvolgimento della Germania». Una lettera per chiedere che i governi italiano e tedesco si facciano carico dei risarcimenti per gli eccidi nazi-fascisti. È l’avvocato fiorentino Diego Cremona, che rappresenta ben 110 eredi di vittime di stragi nazi-fasciste, ad aver scritto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per portare alla sua attenzione le vicende giudiziarie e umane legate a questi contenziosi: «Certezza nei pagamenti e coinvolgimento della Germania per le spese», è la richiesta. Il governo Draghi nel 2023 aveva istituito un fondo governativo, gestito dal Mef, proprio per pagare i parenti delle vittime di rastrellamenti ed esecuzioni sommarie di cittadini italiani da parte delle truppe nazi-fasciste durante la Seconda Guerra Mondiale. Solo chi ottiene una sentenza favorevole può successivamente chiedere acceso al fondo ristori del ministero.
Questo è anche il primo dei due punti sottolineati dal legale nella pec inviata alla presidente del Consiglio. Ma i meccanismi di pagamento sono troppo farraginosi e diventa molto complicato riuscire ad ottenere le cifre liquidate dai vari Tribunali (nel caso dell’avvocato Cremona quello di Firenze).
In Toscana gli eccidi nazi-fascisti che hanno coinvolto la popolazione civile sono stati 280 e molti perpetrati persino a danno di persone completamente avulse da forme di dissenso. Per l’avvocato Cremona «disattendere il contenuto di sentenze definitive con ritardi rispetto ai tempi previsti (180 giorni) può generare sfiducia. Anche per evitare strumentalizzazioni e per il rispetto dovuto alla certezza del diritto riteniamo che il governo sia chiamato ad assumersi una responsabilità sul punto».
Ma la seconda questione sollevata dal legale è ancora più delicata.
La Germania, pur condannata in molte delle sentenze di risarcimento in Italia, non partecipa alle spese per via degli accordi di Bonn del 1961 che però per l’avvocato Cremona riguardavano i danni di tipo patrimoniale, completamente differenti dai danno morali liquidati dai giudici italiani nelle loro recenti sentenze. «Quanto meno sarebbe opportuno oggi valutare la possibilità di coinvolgere il Parlamento tedesco, il ministero degli affari Esteri e la Repubblica federale di Germania, in una riflessione che miri a conseguire un concorso, una partecipazione, alle risorse da destinare ai risarcimenti delle vittime per quella componente di danno (non patrimoniale, appunto) che mai la Germania ha indennizzato».
Il legale, oltre a chiedere a Giorgia Meloni di avviare trattative di tipo diplomatico con Berlino, indica anche una possibile strada da seguire: «Un utile strumento potrebbe forse anche individuarsi nella Fondazione “Memoria, responsabilità e futuro” che la Germania ha promosso e finanziato già dal 2000, che prevedeva si mettessero a disposizione risorse per il risarcimento ai deportati. Peraltro questa legge (del 2 agosto 2000) è successiva gli accordi di Bonn del 1961 ma anche alla riunificazione della Germania, evento che secondo l’accordo di Londra del 1953 sui debiti germanici avrebbe fatto scattare nuovi obblighi per il governo tedesco». Si vedrà.
(Fonte Corriere Fiorentino)