“La mia è un’anima rock”. Non lasciatevi ingannare dal suo sguardo soave: dietro a quegli occhi c’è il fracasso di rullanti e grancassa, e attorcigliati ai riccioli d’oro ci sono tutte le distorsioni di una chitarra elettrica. Georgia Lo Faro, Georgia con la “E”, proprio come quella “Georgia on my mind”. «Porto questo nome per via della canzone che cantava Ray Charles, la adoro, ogni volta che la ascolto mi emoziono». Non lasciatevi ingannare, però. Perchè Georgia con la “E” è un’indomita guerriera, impresaria e, originaria di Nicosia, in provincia di Enna, quando si incazza, esce fuori inconsapevolmente il dialetto gallo italico. Nel 2025 è direttrice artistica della sezione “rock”della terza edizione del BaRock, il festival di musica classica e rock che si svolgerà a Piazza Armerina, in provincia di Enna, dal 25 aprile al 4 maggio (Lato A) e dal 30 maggio al 2 giugno (Lato B).
Vogliamo conoscerla meglio, per capire anche su quali onde sonore si muoverà il nuovo BaRock.
Ciao, Georgia con la “E”, descriviti, chi sei?
“Sono una persona che ha sempre nutrito una grande passione per l’arte, la musica e lo spettacolo, perché credo che queste forme espressive ci permettano di cogliere gli aspetti più belli e profondi della vita, superando i confini della realtà quotidiana. La Sicilia, terra che amo profondamente, è il mio punto di riferimento e il luogo in cui ho deciso di rimanere a lavorare. Unire la mia passione per l’arte con la promozione del nostro straordinario territorio mi rende felice, perché credo che la cultura sia uno strumento potente per valorizzare e raccontare la bellezza della nostra terra”.
Cosa è per te la musica ?
“La musica per me non è qualcosa che si può racchiudere in poche parole, perché va oltre il semplice ascolto. Non si ascolta solo con le orecchie, ma si sente sotto la pelle, nel profondo. La musica è un caleidoscopio di emozioni: gioia, silenzi, malinconia, ma anche la presenza o assenza di persone, che sono essenza stessa della sua magia. È qualcosa che va oltre i limiti fisici e mentali, che non conosce confini. È un linguaggio universale, un ponte che collega anime, che unisce individui, che crea comunità. La musica è aggregazione, ma soprattutto è libertà. Libertà di esprimersi, di essere se stessi, di vivere senza restrizioni, di comunicare senza bisogno di parole. In fondo, la musica è quella forza che ci permette di oltrepassare ogni barriera, di guardare oltre l’orizzonte”.
Il contesto storico e architettonico di Piazza Armerina come si sposa con la programmazione dell’evento?
“Il festival è un incontro tra la storia e l’oggi, tra il bene culturale e la musica, la solidità della pietra e la leggerezza del suono. La magnificenza barocca è sicuramente un fattore identitario molto sentito per ogni siciliano, ma che rischia, tuttavia, di rimanere una rappresentazione del passato. Eppure i luoghi del Barocco siciliano, ammirati in tutto il mondo, arricchendosi di nuovi significati artistici possono avvicinare un nuovo pubblico. La musica e, in particolare, il rock ha contribuito sempre al diffondersi di nuove espressioni culturali e sociali, favorendo i processi di rigenerazione nelle collettività. Il rock è la musica per tutti, quella musica che ha sempre portato con sé istanze forti di cambiamento. Il rock è trasversale tra le generazioni».
Dammi un motivo per venire alla terza edizione del BaRock
«perdersi questa edizione del festival sarebbe un vero peccato: significherebbe perdersi un’importante occasione di crescita culturale e musicale . Quest’anno, in particolare, rappresenta un vero e proprio cortocircuito creativo. La novità sta nella commistione tra musica classica e rock, un connubio che crea un’esperienza unica e assolutamente insolita. È un incontro di generi che sfida le aspettative, creando qualcosa di straordinario e sorprendente, capace di coinvolgere ogni tipo di pubblico”.
Qual è il punto di equilibrio, se c’è, tra rock e classica?
«Nonostante le differenze apparenti tra la musica classica e il rock, entrambe hanno la stessa capacità di toccare le corde più intime dell’animo umano. La musica classica, con la sua raffinatezza e profondità, e il rock, con la sua energia e la sua forza dirompente, sono linguaggi che si parlano tra di loro in modo sorprendente, creando una fusione unica di emozioni”.
“La magia del BaRock sta proprio nel mescolare l’alto e il popolare, il tradizionale e il moderno, in un’esperienza che è tanto viscerale quanto raffinata”.
La notte, quando vai a letto, prima di addormentarti, qual è la colonna sonora che suona nella tua testa?
“La mia colonna sonora prima di andare a letto è sempre stata “Georgia on My Mind” di Ray Charles. C’è una ragione molto speciale dietro questo legame: i miei genitori, grandi amanti della musica, mi hanno chiamato Georgia proprio ispirandosi a questa canzone. Nel corso degli anni, me l’hanno fatta dedicare da diversi artisti, e ogni volta che la sento, mi commuovo profondamente. Mi riporta a quei momenti di felicità pura che ho vissuto con loro durante l’infanzia, e mi riconnette a quel legame speciale che avevamo. È un pezzo di me che non smette mai di emozionarmi, un ricordo che continua a risuonare nella mia vita”.