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Nicolò Fagioli: “Chiedo rispetto. Ho il diritto di dovermi rialzare”.

Ieri è esploso. Mi aspettavo il suo comunicato anche perché la storia di Fagioli è una storia di per seè già brutta, triste e complicata. Il calciatore ricco, giovane e famoso genera sentimenti diversi tra le persone. Tra questi non poteva mancare l’invidia, ma se lo stesso calciatore giovane, ricco e affermato che quasi getta via la sua vita, in quella malattia chiamata ludopatia, per molti altri tifosi e non, quel brutto sentimento cambia totalmente direzione, e diventa quasi comprensione, tenerezza. E meno male.
Fagioli per questa sua malattia ha pagato con una squalifica che lo ha tenuto lontano dal suo mondo, il calcio che conta, per un anno, è andato nelle scuole a raccontare tutto quello che non si deve fare con il gioco d’azzardo, insomma è riuscito a non crollare come uomo innanzitutto, in una depressione che era ormai alle porte. Dopo tutto questo tempo sembrava uscito dal tunnel, e invece eccolo di nuovo il rumore di quel periodo che ritorna grazie alle intercettazioni del nuovo filone sul “calcioscommesse”, pubblicate con le minacce ricevute da gente a cui non importava nulla della sua malattia, e addirittura la pubblicazione dei soldi ricevuti dai suoi compagni di squadra e colleghi calciatori per farlo uscire da quel tunnel.
Ieri Fagioli è esploso e ha detto basta. Ha chiesto quasi pietà a tutti quelli che vogliono ancora tirare fuori tutta questa merda inutile. Non serve tanta cattiveria. Sì è un calciatore famoso, resterà ricco, fatevelo passare questo triste sentimento che è ritornato a galla solo perché è riuscito ad uscire dal mondo oscuro della ludopatia. A volte basta essere solo un po’ più umani. Con il suo comunicato Fagioli richiede rispetto. Ed è giusto cosi. Sacrosanto.