
«Merendopoli», il discusso gioco da tavolo messo in commercio lo scorso autunno, ha vinto la sua prima battaglia giudiziaria, o meglio il primo round, come riportato dal Corriere Fiorentino.
In sede cautelare, infatti, il Tribunale di Firenze, con un’ordinanza ha rigettato le richieste di un ex agente della polizia penitenziaria di Sollicciano che aveva richiesto l’inibitoria alla vendita e il risarcimento del danni subiti, patrimoniali e non patrimoniali. L’uomo è stato anche condannato a 2.500 euro di spese legali. Il gioco è chiaramente ispirato alla note vicende del «Mostro di Firenze» e a tutti i suoi protagonisti noti finora, tra cui l’ex agente che è finito in un’immagine d’epoca sulla scatola che contiene il necessario per giocare. Una iniziativa che non aveva mancato di suscitare scalpore all’indomani della sua commercializzazione.
Ma per i giudici fiorentini non ci sono i presupposti per accogliere le misure cautelari richieste né per quanto riguarda lo stop alla vendite né per eventuali risarcimenti. Il procedimento potrà continuare solo per stabilire eventualmente un risarcimento per violazione del diritto all’immagine.
L’immagine di una persona, infatti, non può essere resa pubblica senza il consenso della stessa, salvo che la divulgazione sia determinata da esigenze di pubblica informazione; soltanto l’interessato può disporre del bene della propria immagine, anche ai fini di pubblicità commerciale ed a scopo di profitto.
Ma per quanto riguarda i danni patrimoniali per i giudici fiorentini «il gioco ben potrebbe essere venduto anche senza la sua immagine, non rivestendo un ruolo cruciale nella vicenda e non essendo un personaggio noto». Mentre per quelli non patrimoniali «l’uomo non ha tuttavia provato e, ancor prima, allegato, quale pregiudizio tale situazione gli possa arrecare: non è agli atti la circostanza che sia stato da qualcuno riconosciuto nell’immagine del gioco, né che questo possa aver comportato episodi di denigrazione nei suoi confronti».
Sulla scatola di Merendopoli, che prevede un tetto massimo di sei giocatori ed è sconsigliato agli under 14 , sulle banconote e sulle carte “imprevisto” sono impressi i volti di alcuni dei principali protagonisti della vicenda processuale dei cosiddetti «compagni di merende»: Pietro Pacciani, Mario Vanni, Giancarlo Lotti, Fernando Pucci. Ma non mancano altri personaggi come il pubblico ministero Paolo Canessa o l’avvocato Nino Filastò, difensore del Vanni.
«Rivivete insieme ai vostri amici la vicenda giudiziaria che ha sconvolto l’Italia per quasi 20 anni e mai del tutto risolta. Aggiudicatevi le piazzole, sistemate i vostri appostamenti, evitate di pagare troppe spese legali e danni morali, ma soprattutto state lontani dal carcere di Sollicciano», si legge dietro la confezione. Il primo round giudiziario se lo è aggiudicato l’ideatore del gioco da tavolo.
Vincenzo Brunelli