Il 21 febbraio 2025, si è abbattuta l’ennesima tegola giudiziaria sul governo Meloni che pare non avere tregua! La vicenda riguarda il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, quello con delega al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che si vantava di gioire all’idea che potesse mancare aria alle persone arrestate e che propose di premiare i secondini protagonisti di massacri ai danni dei detenuti; il fan del Duce che negava l’olocausto sostenendo fosse “una storia da riscrivere”; colui che partecipa come relatore alle feste di Casa Pound dove hanno picchiato a sangue un giornalista de La Stampa pure poco tempo fa, esattamente come fece lui stesso vent’anni or sono ai danni di un malcapitato clochard.
Ebbene, questo signore fedelissimo della premier, si è appena beccato otto mesi di condanna in primo grado dal Tribunale di Roma per rivelazione di segreto d’ufficio, con tanto di interdizione di un anno dai pubblici uffici, perché nel gennaio 2023 rivelò informazioni segrete, con le conversazioni di Alfredo Cospito e altri detenuti al 41 bis del carcere di Sassari (ottenute tramite pressioni illegali sulla polizia Penitenziaria), al suo compagno di partito nonché coinquilino Giovanni Donzelli, il quale, a sua volta, ebbe la brillante idea di utilizzarle in un intervento alla Camera per attaccare alcuni esponenti del Pd andati a far visita all’anarchico durante il suo lungo sciopero della fame.
Ma volete sapere qualcosa di ancora più sconcertante? Prima Rainews24 per volere del suo direttore Paolo Petrecca, arcinoto ultras meloniano, è arrivato addirittura a mentire ai telespettatori annunciando l’assoluzione di Delmastro in barba a qualsiasi principio di imparzialità e professionalità nei confronti del servizio pubblico e di tutti noi cittadini contribuenti, poi è arrivata la risposta surreale della presidentessa del Consiglio che si è detta “sconcertata” e ha blindato il suo pupillo con un tombale “il sottosegretariato rimane al suo posto” , finendo per attaccare ancora una volta la magistratura con parole eversive volte a infangare e delegittimare un organo super partes dello Stato.
Delmastro dal canto suo continua a dichiararsi innocente e annuncia (prima volta nella storia di questo Paese) che non si dimetterà nemmeno dopo questa condanna penale, immemore forse di quello che sosteneva giusto qualche anno fa, quando ancora si divertiva a propagandare fieramente spot elettorali (come quello diventato virale in questi giorni risalente al 2013) assicurando l’assenza di “condannati, anche solo in primo grado” dalle liste di Fratelli d’Italia, il partito che, secondo lo slogan conclusivo della pubblicità, “puoi votare a testa alta”!